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Nel carcere Pattaya Remand in Thailandia esistono celle esclusive che separano i detenuti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) da tutti gli altri per difenderli da maltrattamenti e abusi. Ma c’è di più: il nuovo piano del Dipartimento di Correzione è quello di realizzare una sezione esclusivamente per tutte le persone LGBTQI, che molto probabilmente sorgerà nel carcere di Minburi Remand [Asian Correspondent].

Anche se la Thailandia è stata ultimamente lodata per l’aumento dell’accettazione e della tolleranza nei confronti della comunità LGBTQI, i gay e soprattutto i transgender vengono molto discriminati, per non parlare di tutto quello che succede nel mondo del sesso. Un resoconto sulla situazione LGBTQI nel paese, condotta da USAID nel 2014, ha elaborato un commento abbastanza positivo: “La difesa globale dei diritti LGBT, la tendenza alla crescita globale dell’accettazione di diversi orientamenti sessuali e identità di genere e il maggiore accesso all’informazione attraverso Internet e i social media hanno influenzato insieme la società thailandese, e più in particolare la gioventù Thai, nell’essere più aperta a capire le persone LGBT”.

Le donne transgender non sono ufficialmente riconosciute come donne, quindi vengono processate come fossero uomini e, conseguentemente, temono quello che potranno subire in prigione. Come Chalom, per esempio, donna transgender di 30 anni arrestata per spaccio. La sua grande paura era di essere rinchiusa nelle celle maschili e che le fosse imposto di tagliarsi i capelli, come vuole la regola, ma soprattutto di subire violenza sessuale. Molto presto Chalom scopre che Pattaya Remand rispetta e riconosce la diversità sessuale, dividendo i detenuti in base al genere dichiarato e all’orientamento sessuale [Bangkok Post].

Appena i detenuti arrivano al carcere, viene fatto subito un processo di screening per determinare ogni loro caratteristica, attraverso la visita di un medico che presta servizio nella prigione. Una volta appurato il genere, si procede alla divisione. Il genere non è l’unica caratteristica su cui si basa la divisione dei detenuti, nel carcere di Pattaya ci sono molte altre differenze che vengono considerate.

Le ultime statistiche del Dipartimento della Correzione contano 4.448 detenuti LGBTQI: 1.804 kathoey (transgender o semplicemente con atteggiamenti femminili senza un’operazione chirurgica), 352 gay, 1.247 tom (lesbiche con atteggiamenti maschili), 1.011 dee (lesbiche con atteggiamento femminile) e 34 transgender. Quindi viene stabilito il sesso, ma anche gli atteggiamenti e l’identità di genere (per esempio, un maschio che si identifica come donna, ma ancora non ha subito un’operazione, non viene discriminato e inserito nelle celle maschili eterosessuali perché potrebbe essere oggetto di violenze).

Nel carcere pare che venga anche rispettata la volontà delle coppie di rimanere insieme. Tik, una donna dee di 39 anni, e Em, una donna tom di 35 anni, sono fidanzate, sono arrivate insieme e hanno riferito al direttore la loro volontà di rimanere unite. La richiesta è stata accolta, con l’unico vincolo di non poter dormire nello stesso letto. Nella stessa cella hanno due letti separati, uno sul lato destro e uno su quello sinistro.

I detenuti, maschi come già accennato, hanno tutti la testa rasata. La politica della prigione non permette ai detenuti di truccarsi, ma a quelli gay sì.

Kratae è un kathoey di 28 anni che è stato arrestano proprio quando avrebbe dovuto pagare per l’operazione chirurgica del cambio di sesso. Questo gli provocò molta paura, perché pensava di essere vittima di bullismo da parte dei detenuti maschi; ha già scontato 3 anni e 4 mesi e assicura che niente di tutto ciò è successo, perché divide una cella con uomini come lui. Afferma con sicurezza che stare lì è come in famiglia, perché tutti si aiutano a vicenda e ogni caratteristica di una persona viene rispettate.

Durante il giorno i detenuti possono svolgere molte attività come la cucina o il cucito, e gli è permesso uscire dalle celle ed entrare in contatto con tutti gli altri carcerati della prigione. La notte però vengono separati: sia nell’ala maschile che in quella femminile vengono separati quelli che hanno comportamenti “femminili” da quelli che hanno “comportamenti maschili”, per evitare rapporti sessuali.

Il Dipartimento di Correzione all’inizio del 2016 ha visitato la prigione per verificare il rispetto dei requisiti di divisione consoni alle persone LGBTQI ed è risultato un modello per tutta la nazione.

 

Ginevra
©2016 Il Grande Colibrì

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