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La settima marcia del Gay Pride a Hong Kong, la regione amministrativa speciale cinese che è stata colonia britannica fino al 1997, è stata un grande successo: sono scese per le strade quasi 10mila persone, tra cui anche alti ufficiali diplomatici di Francia, Regno Unito e Stati Uniti [scmp.com], come mostrano le belle fotografie di hongkongfp.com. “Hong Kong sta facendo progressi enormi: vediamo che cambia il modo in cui la gente reagisce e si comporta con gli omosessuali sui posti di lavoro e nella società” racconta uno dei manifestanti. Nonostante questo, le autorità sono ancora arretrate nel riconoscimento delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), spiega un’altra: “Ci sono molte cose da migliorare rispetto a Taiwan e al Giappone. Lì stanno già discutendo del matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre qui a Hong Kong siamo molto indietro” [inquirer.net].

In prima linea contro il cambiamento c’è la Chiesa cattolica, che pure rappresenta poco più del 3% degli abitanti. Il cardinale John Tong ha scritto una lettera pastorale [catholic.org.hk] in cui invita i fedeli a non votare per i candidati favorevoli alle nozze gay e alla proposta per l’Ordinanza contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale (conosciuta con l’acronimo SODO…) perché “viene indebolito il fondamento stesso della società“. Il vescovo Michael Yeung Ming-cheung ha rincarato poi la dose, paragonando l’omosessualità all’abuso di droghe [hongkongfp.com]. Ma queste parole non sembrano aver convinto nessuno, neppure la comunità cattolica filippina che pure rappresenta un terzo dei fedeli di Hong Kong e che ha partecipato molto visibilmente al Pride [scmp.com].

In ogni caso, la vita per le persone LGBT è molto più facile a Hong Kong che nel resto della Cina, dove, soprattutto nelle aree rurali, il destino degli omosessuali è quasi sempre lo stesso: sposare una persona del sesso opposto e reprimere la propria sessualità o, ben che vada, sposarsi tra lesbiche e gay e simulare un’unione eterosessuale [ilgrandecolibri.com]. Le famiglie spingono al matrimonio anche le persone transessuali, considerate malate mentali e talmente discriminate che alcune di loro continuano a vivere nei panni del loro sesso di nascita persino dopo essersi sottoposte all’operazione di rettificazione del sesso: per esempio, asiaone.com racconta la storia di una transessuale MtF (dal maschile al femminile) che oggi ha un corpo femminile, ma che continua a vestire in pubblico abiti maschili.

La situazione è decisamente migliore a Taiwan, come dimostra la partecipazione al Pride locale (80mila partecipanti), decisamente superiore rispetto alla manifestazione di Hong Kong. Qui, come si ricordava sopra, il dibattito sull’introduzione dei matrimoni omosessuali sembra molto promettente [ilgrandecolibri.com]. L’isola si è dotata di leggi contro le discriminazioni a scuola nel 2003 e nei posti di lavoro nel 2007. Ed eventi come il Festival internazionale di film queer di Taiwan [tiqff.com], di cui si è conclusa la seconda edizione pochi giorni fa, ottengono grandi successi e riconoscimenti. Intanto il video, circolato online, in cui un VIP televisivo locale si masturba praticando sesso orale su un altro uomo fa discutere, ma senza grande scandalo e senza nessuna omofobia [unicornbooty.com].

 

Pier
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