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Raramente un bacio diventa una notizia che fa il giro del pianeta, ma quello tra Félix e Niko ha fatto parlare giornali e siti di tutto il mondo. Non perché sia stato un bacio particolarmente bello o appassionato: il suo non piccolo merito è stato quello di essere il primo bacio gay trasmesso durante una telenovela brasiliana. Non è una cosa da poco: in America latina gli sceneggiati raccolgono milioni di telespettatori più delle partite di calcio e sono una parte essenziale della cultura collettiva. Per questo ripercorrere la storia della rappresentazione dell’omosessualità nelle telenovela sudamericane è importante per capire cosa sta succedendo nel subcontinente. E anche raccontare la spinta popolare che ha portato al bacio tra Félix e Niko riserverà moltissime sorprese per il pubblico LGBT (lesbica, gay, bisessuale e transgender) italiano, che potrebbe anche trovare qualche bella ispirazione…

Anni Settanta e Ottanta: le prime macchiette

Sin dai primi anni Settanta nelle telenovela appaiono personaggi caratterizzati da una forte effeminatezza, che forse vorrebbe suggerire la loro “diversità sessuale”. Ma è solo nel 1975 che per la prima volta il tema dell’omosessualità viene affrontato con una certa chiarezza: “O rebus” (Il rebus) è un serial brasiliano che si svolge in due soli giorni (centellinati in decine e decine di puntate, ovviamente) e che ruota intorno all’omicidio di una donna. Si scoprirà che l’assassino è il milionario Conrad Mahler (interpretato da Ziembinski, un attore polacco che rivoluzionò l’arte della recitazione in Brasile), spinto in modo evidente (anche se mai esplicitato) dalla gelosia: la defunta, infatti, aveva avuto una relazione con Cauê (Buza Ferraz), un giovane prostituto mantenuto da Mahler.

La telenovela ispanofona ci metterà molti più anni a parlare di omosessualità e lo farà a lungo solo in chiave comica: il primo personaggio implicitamente gay è l’effeminato Maurizio della serie venezuelana “La dueña” (La signora) del 1984. L’anno seguente invece è la volta di Piero in “Cristal” (Vetro), uno stilista effeminato e dichiaratamente omosessuale che utilizza espressioni bizzarre che mescolano spagnolo e inglese e che avranno talmente tanto successo da essere utilizzate ancora oggi. La tendenza per molti anni rimarrà quella di proporre macchiette divertenti, prive di approfondimento psicologico e ricche, invece, di cliché: il gay, se non lavora nel settore della moda, fa il parrucchiere e si esprime con mosse leziose e gridolini…

Anni Novanta: lo stereotipo inizia a scricchiolare

Il ricorso a personaggi omosessuali appiattiti sui luoghi comuni più diffusi sopravvive ancora oggi, con esiti a volte demoralizzanti e a volte divertenti. Lo stilista acido e isterico Hugo della telenovela colombiana del 1999 “Yo soy Betty, la fea” (trasmesso anche da alcune emittenti locali italiane con il titolo “Betty la cozza”), ad esempio, ha contribuito enormemente al successo di questo sceneggiato: non solo l’attore che lo interpretava, Julián Arango, ha vinto il prestigioso premio TVyNovelas come miglior attore non protagonista, ma soprattutto la serie è stata riadattata innumerevoli volte – e senza Hugo non sarebbe mai esistito Justin Suarez della statunitense “Ugly Betty”…

yo soy betty la fea

Hugo di “Betty” e la coppia gay di “A Próxima Vítima”

Negli anni Novanta, però, iniziano ad apparire dei personaggi ben lontani dai classici cliché. Nella serie colombiana “Café” del 1994 non si cita mai esplicitamente l’omosessualità di Bernardo (Guillermo Vives), ma non per puritanesimo: lontana dalle gag comiche e da qualsiasi forma di morbosità, questa telenovela vuole evidentemente e coscientemente mostrare l’assoluta normalità del personaggio. E così l’affettività di Bernardo è rappresentata con estrema naturalezza, come un elemento persino banale che non ha bisogno di alcuna sottolineatura: il ragazzo ed il suo compagno convivono, vanno a dormire insieme, si svegliano nello stesso letto e non sembra necessario aggiungere niente di più.

L’anno seguente il serial brasiliano “A Próxima Vítima” (La prossima vittima) fa una scelta altrettanto coraggiosa, ma opposta: la serie, sceneggiata da Silvio de Abreu, vuole denunciare a gran voce i problemi sociali del paese, compresa l’omofobia ed il razzismo. E lo fa anche attraverso la coppia interrazziale costituita dal bianco Sandrinho (André Gonçalves) e dal nero Jefferson (Lui Mendes), due giovani che, dopo tante traversie, riusciranno a prendere un appartamento insieme, con anche la benedizione delle rispettive famiglie. Ma se sul piccolo schermo la vicenda ha avuto un lieto fine, nella vita reale non è stato così: l’aver interpretato un personaggio gay è costato caro all’eterosessuale Gonçalves, che per questo motivo è stato aggredito in strada da alcuni omofobi.

Anni Duemila: baci, quasi baci, promesse di baci…

Nel 2003 in Colombia inizia ad essere trasmessa “La costeña y el cachaco” (titolo che potrebbe essere tradotto come “Lei viene dalla costa, lui dall’entroterra”), in cui compare Rafael (Luis Eduardo Arango), impiegato in un’impresa petrolifera in cui regna il machismo. Rafael non nasconde la propria omosessualità, ma cerca di sopravvivere in un ambiente ostile e alla fine riuscirà a ottenere il rispetto di tutti i colleghi. La parte più interessante di tutta la vicenda, però, è un’altra: quando Rafael manifesterà il proprio affetto per il protagonista della serie, quest’ultimo non ricambierà i suoi sentimenti, ma continuerà a trattarlo con amicizia e a sostenerlo: l’eroe, insomma, non è il classico macho, ma un uomo eterosessuale sensibile e capace di rispettare gli omosessuali.

machos

Il cast completo della telenovela cilena “Machos”

E, a proposito di machismo, sempre nel 2003 debutta in Cile “Machos”, una telenovela che vede tra i suoi protagonisti Ariel (Felipe Braun), un cardiologo di successo che ritorna dalla Spagna per affrontare il padre che lo ha cacciato di casa dieci anni prima perché incapace di accettare la sua omosessualità. Con il personaggio di Ariel lo sceneggiato voleva denunciare l’omofobia, ma non ottenne il favore della comunità LGBT: l’omosessualità, infatti, è dipinta come una fonte inesauribile di dolori e di tormenti. Il pubblico gay reclamava un lieto fine, un fidanzamento e, perché no?, un bacio.

Un bacio come quello che si sarebbero scambiati Bruno Gagliasso ed Erom Cordeiro, gli attori che in “América”, serie brasiliana del 2005, interpretavano il ricco Junior ed il suo innamorato, il povero bracciante agricolo Zeca. Un bacio che, però, non è mai andato in onda. Secondo la produzione ed il cast, in realtà l’intera scena non sarebbe mai stata girata, ma a questa versione ufficiale non hanno creduto né gli attivisti LGBT, che hanno denunciato un’insopportabile censura, né gli attivisti omofobi, che invece hanno festeggiato la loro vittoria dopo una forte campagna contro la messa in onda di una scena “immorale” forse mai esistita… Comunque siano andate le cose, il pubblico brasiliano ha dovuto aspettare nove anni prima di vedere due uomini baciarsi in una telenovela.

I due compagni di squadra Manuel “Flaco” Riveiro (Christian Sancho) e Gonzalo “Lalo” Roldán (Ezequiel Castaño) si sono invece baciati innumerevoli volte e con travolgente passione in “Botineras” (termine popolare con il quale vengono indicate poco gentilmente le giovani e belle ragazze che cercano di sedurre i calciatori per sfruttare i loro soldi e la loro fama), un serial argentino del 2009. Flaco è un uomo sposato e ha due figli, ma perde la testa per il bel Lalo e così i due finiscono a palparsi sotto la doccia dello spogliatoio e a leccarsi il petto in una stanza da letto, tutto davanti agli occhi del pubblico serale.

Prima di “Botineras”, il canale argentino Telefe aveva trasmesso “Los Exitosos Pells” (I Pells, una famiglia di successo), il cui protagonista è Martín Pells (Mike Amigorena), uomo estremamente fortunato tanto nella vita pubblica quanto in quella privata: non solo è il presentatore tv più famoso del paese, ma ha anche una moglie molto affascinante con cui va d’amore e d’accordo. Almeno all’apparenza. Perché in realtà si tratta di un matrimonio di facciata ed entrambi i coniugi hanno un amante – e per tutti e due si tratta di un amante maschile. Al termine di una storia intricatissima, Martín fuggirà in un’isola sperduta con il suo fidanzato e lì si sposeranno, vivendo per sempre felici e contenti.

… non solo gay: transgender e lesbiche sullo schermo

Se le storie di uomini gay diventano sempre più frequenti, nelle telenovela le altre anime della comunità LGBT rimangono delle rarità. Nel 2001 Dany (Rodrigo Vidal), crossdresser nella serie “Salomé”, viene cacciata di casa dalla madre che rifiuta la sua diversità, sopravvive facendo spettacolini en travesti, entra in un triangolo amoroso con altri due uomini e alla fine si suicida: tutta la sua storia, pur secondaria nella trama dello sceneggiato, suscitò molta emozione nel pubblico messicano. Quattro anni dopo la transessuale Laisa (Endry Cardeño), personaggio di “Los Reyes” (La famiglia Reyes), colpì i telespettatori colombiani soprattutto per la propria bellezza fisica.

Intanto le lesbiche latitano: nel 2002 la perfidissima Grazzia Fontana (Catherine Siachoque) della telenovela colombiana “La venganza” (La vendetta) dovrebbe essere bisessuale, ma tutte le principali vicende amorose e sessuali la vedono coinvolta con uomini. E nel 2008 il serial venezuelano “La vida entera” (Tutta la vita) sembra fare un vago accenno ad una relazione tra due donne, ma nel modo meno chiaro e più fumoso possibile. Mentre il piccolo schermo inizia a popolarsi di gay che si sposano e crescono felicemente dei bambini, le lesbiche restano nell’ombra e vengono rappresentate spesso solo per accenni, come capitava agli uomini omosessuali negli anni Settanta.

Los Reyes

Laisa (a sinistra) e Lucrecia e Herminia (a destra)

Un’importante eccezione è rappresentata da “El señor de La Querencia” (Il signor di La Querencia), una serie andata in onda dal 2008 in Cile e incentrata su una denuncia inflessibile del machismo. Siamo negli anni Venti e Lucrecia (Lorena Bosch) è una giovane ragazza che ha conosciuto l’emancipazione femminile a Parigi. Quando torna in Cile, vorrebbe vivere apertamente il proprio lesbismo, ma la madre, pur non condannandola, teme la rovina della reputazione della famiglia e vorrebbe farla sposare al figlio del ricco possidente José Luis. Lucrecia inizia una relazione con Herminia (Begoña Basauri), la prostituta del villaggio, ma viene scoperta da José Luis, che per punirla la violenterà e poi la ucciderà.

Anni Duemiladieci: le ultime tendenze

Gli anni Duemiladieci vedono ormai sdoganato il tema dell’omosessualità nelle telenovela sudamericane, anche se non mancano le polemiche, gli ostacoli e gli “imbarazzi” che hanno caratterizzato i primi anni del millennio. Un caso esemplare è quello dello sceneggiato brasiliano del 2011 “Insensato Coração” (Cuore insensato): nella ricca trama trovano posto ben sei personaggi omosessuali, ma solo una di loro è una lesbica. Il loro destino è rappresentato in bianco e nero: o muoiono ammazzati o si sposano felicemente. E poi anche per “Insensato Coração” scoppia la stessa polemica che aveva riguardato “América”: nonostante le smentite, corre voce che sia stata registrata una scena con un bacio tra due uomini, ma che all’ultimo momento si sia deciso di non trasmetterla.

In linea generale, si nota una differenza tra le serie brasiliane e quelle dei paesi del Sud America di lingua spagnola: mentre nelle prime le storie degli omosessuali tendono molto spesso a risolversi nel più felice dei modi (leggi: con le nozze), nelle seconde i gay di solito vivono una vita più tormentata, devono affrontare numerosi problemi, spesso sono sposati con delle donne per evitare la condanna sociale e hanno come principale scopo quello di ottenere l’accettazione da parte del padre. Luis Enrique (Antonio Delli), ad esempio, nella recentissima telenovela venezuelana “De todas maneras Rosa” (In tutti i modi Rosa) convola a nozze con una donna solo per non far capire al padre di essere omosessuale e per garantirgli un erede. Ma la vita sessuale con la moglie non decollerà mai…

farsantes

A destra una scena con la coppia gay di “Farsantes”

Una storia simile è alla base di un’altra serie argentina, “Farsantes” (Impostori): anche l’avvocato Guillermo (Julio Chávez), infatti, ha sposato una donna solo per nascondere la propria omosessualità alla società e alla famiglia e intanto ha incontri clandestini e fugaci con altri uomini. Questa doppia vita sembra funzionare perfettamente finché Guillermo non incontra un collega, Pedro (Benjamín Vicuña), e non se ne innamora follemente. Spiega la situazione alla moglie, che però rifiuta il divorzio e lo minaccia di rovinargli la reputazione se lui manderà all’aria il loro matrimonio. Intanto Pedro sposa la sua fidanzata, spinto dalle pressioni sociali e incapace di immaginare un futuro con Guillermo. Questa telenovela è stata uno dei principali successi del 2013 in Argentina.

… e alla fine il pubblico gridò: “Ba-cio! Ba-cio!”

Ma il successo di “Farsantes”, pur travolgente (il canale lo ha trasformato da appuntamento settimanale a serie giornaliera sulla spinta degli altissimi ascolti), non è paragonabile a quello di “Amor à Vida” (L’amore della vita), la telenovela trasmessa in prima serata dal 20 maggio scorso su Rede Globo, il canale più visto del paese. Come ha raccontato lo sceneggiatore Walcyr Carrasco, i protagonisti del serial dovevano essere i due componenti di una coppia eterosessuale, ma il pubblico si è presto innamorato del fratello della protagonista, il tenebroso Félix (Mateus Solano), ragazzo perfido e avido, sposato con una donna solo per nascondere la propria omosessualità e talmente interessato al patrimonio di famiglia da eliminare il nipote per avere un concorrente in meno per l’eredità.

Félix, puntata dopo puntata, è cambiato seguendo un percorso coinvolgente e realistico, ha fatto emergere le proprie contraddizioni e, pur mantenendo i propri difetti come l’impulsività, si è lentamente pentito. Anche grazie all’incontro con Niko (Thiago Fragoso), personaggio gay caratterizzato dalla profonda bontà, dalla semplicità d’animo, dall’ingenuità. Carrasco ha ammesso che non era previsto lo sbocciare di un amore, ma le moltissime richieste del pubblico lo hanno convinto a unire Félix e Niko in coppia. La storia d’amore ha fatto appassionare ancora di più i telespettatori e la serie ha più volte fatto registrare il record d’ascolti nella storia della televisione brasiliana. In tanti hanno iniziato a chiedere che i due innamorati si baciassero davanti alle telecamere.

Amor à Vida

Due scene di “Amor à Vida” con la coppia Félix e Niko

La produzione ha dovuto smentire ufficialmente che ci sarebbe stato un bacio e il regista Mauro Mendonça Filho non voleva neppur sentire parlare della questione: “Penso che abbiamo già abbattuto altre barriere in questa serie. A dire la verità, mi sembra che l’intera questione sia superata” ha dichiarato qualche mese fa. Intanto l’hashtag #BeijaFélixeNiko (Félix e Niko si bacino) si era velocemente imposto come il più utilizzato dagli utenti brasiliani di Twitter. Non che la mobilitazione lasciasse speranze sulla rottura del tabù: anche secondo Ireneu Ramos Ribeiro, autore del libro “A TV no Armário” (La TV nell’armadio) sulla rappresentazione delle persone LGBT sul piccolo schermo brasiliano, “un bacio disturberebbe gli spettatori e questo è proprio quello che il canale televisivo vuole evitare”.

Poi però l’incantesimo omofobico sembra essersi rotto: la paura che il pubblico non apprezzasse il bacio tra i due uomini è diventata il terrore che il pubblico non perdonasse l’assenza di quel bacio. E così nell’ultima puntata dello sceneggiato, il 31 gennaio, milioni di brasiliani, così tanti da infrangere ogni record d’ascolti nella storia televisiva del paese, hanno visto Félix e Niko guardarsi negli occhi, accarezzarsi il viso, darsi un veloce bacio sulla guancia, perdersi uno nello sguardo dell’altro e infine avvicinare le labbra e scambiarsi un bacio prima timido e poi uno più coinvolgente. Una lunga sequenza che ha fatto parlare tutto il mondo, ma che ha suscitato un’emozione che solo i brasiliani hanno potuto provare pienamente. Perché era il loro bacio, il bacio che si erano conquistati dopo 40 anni.

Pier
©2014 Il Grande Colibrì
Errata corrige del 10 febbraio 2014: abbiamo corretto l’uso improprio di “soap opera” come sinonimo di “telenovela”.

6 Comments

  • Mickey ha detto:

    D'accordissimo con chi mi ha preceduto, però… Vi prego… "Soap opera" e "telenovela" non sono sinonimi. Telenovela (centro-sudamericana, numerose scene in esterni, conclusione dopo circa duecento puntate) è una cosa, Soap Opera (nordamericana, girata quasi esclusivamente in studio, narrazione infinita e conclusione mai prestabilita) è un'altra 😉

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    Grazie mille Ofelia e Mio Mao per i consigli, le precisazioni, le aggiunte. Purtroppo in un articolo, seppure piuttosto lungo, non potevamo indicare tutti i personaggi LGBT (ormai sono davvero tanti!) di tutte le telenovela, ma solo quelli più significativi o più particolari. Per questo aggiungere altre indicazioni nei commenti, come avete fatto voi, è davvero utilissimo!

  • Mio Mao ha detto:

    Articolo molto interessante e ben fatto! Vorrei fare, da grande appassionato di telenovelas da oltre 20 anni, qualche precisazione e puntualizzazione: la telenovela colombiana del 1994 "Cafè" in Italia è andata in onda come "Aroma de Cafè", "Betty la fea" è ora in onda su Rai Premium (dopo essere passata a livello nazionale anche su Vero Canale 55). Riguardo alle telenovelas argentine ricordo che compare un personaggio macchiettistico, Igor, anche in "Fra l'amore e il potere"/"Lotte di classe" (in originale "Entre el amor y el poder", 1984), un killer gay in "Top Model" ("90-60-90 Modelos", 1996) e un personaggio insospettabile in "Povera Clara" ("La pobre Clara", 1984); passando alle telenovelas brasiliane in "Avenida Paulista" ("Avenida Paulista", 1982) compare un altro omosessuale, Sergio, figlio di Federico Scorza, sedotto e poi spinto al suicidio defenestrandosi dal protagonista della novela, Alex Torres (interpretato da Antonio Fagundes), un personaggio gay compariva in "Brillante" ("Brilhante", 1981) (novela che purtroppo non ho mai visto) ed infine nella telenovela del 1989 "L'amore vero non si compra" ("Cortina de vidro"), attualmente in onda su svariate tv locali, interregionali ed a breve dovrebbe pure essere in partenza a livello nazionale su ItaliaTV179, è sviluppata, seppur in modo molto molto soft e con una dissolvenza nel finale (la coppia parte) la storia fra Nico e Romeu. Uno dei due attori da quel che ho letto si oppose al bacio e così questo venne rimandato….fina ad oggi!

    • Anonimo ha detto:

      Della Telenovela "Povera Clara" suppongo tu ti riferisca a Francisco Escobar, il fratellastro di Clara. Era impressionante quanto dichiarasse in maniera verbale esplicita l'amore verso il suo socio in affari Rafael. Si dicevano "non posso vivere senza di te" oppure"lasciamo tutti e fuggiamo insieme lontano". Vedendo quella serie mi sono chiesto se fosse stato un accento involontario della sceneggiatura o se si aveva realmente l'intenzione di trasmettere un'unione sentimentale fra i due uomini.

  • Ofelia Due ha detto:

    Gran bell'articolo, complimenti! Se non ha avuto modo di seguire 099 central, le consiglio la visione. Tra le altre cose vi è anche la rappresentazione di una coppia lesbica, piuttosto centrale. Circa invece i transgender le consiglierei la visione di Aquele beijo 😉

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