Skip to main content

Alla vigilia del terzo anniversario dell’introduzione del matrimonio egualitario a Taiwan, il supporto per questa istituzione è al 60,9% delle persone intervistate, in aumento di mezzo punto rispetto ai dati dello scorso anno. È interessante notare come lo stesso dato fosse decisamente più basso (37,4%) nel 2018.

Il sondaggio è stato condotto dal Comitato per la Parità di Genere (Gender Equality Committee, GEC) del governo di Taiwan (Executive Yuan), e i dati sono stati pubblicati lo scorso 22 maggio dall’agenzia di stampa nazionale Central News Agency. Per il 71 % dellə taiwanesə, le coppie formate da persone dello stesso sesso dovrebbero avere il diritto di adottare figliə, con gli stessi diritti che spettano alle coppie eterosessuali.

I dati rivelano anche una migliore consapevolezza dei diritti delle persone transgender nell’isola. Il 66,9% delle persone ha risposto di essere a conoscenza del fatto che uomini e donne trans non devono vestire “secondo le norme dettate dal loro sesso di nascita”, e per il 76,5% queste persone dovrebbero poter usare l’abbigliamento che ritengono più opportuno sia a scuola che sul posto di lavoro. Per l’84,9% non è un problema avere unə collega transgender.

Per quello che riguarda i ruoli di genere, il 72,9% delle persone è contraria allo stereotipo che vede “l’uomo guadagnare i soldi e la donna prendersi cura della famiglia”, mentre per il 78,7% è sbagliato dire che le faccende domestiche debbano essere svolte in misura maggiore da parte della donna. Il 92% ha dichiarato che non è vero che le donne non siano “adatte” a intraprendere un percorso di studio nelle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics) e per il 91,2% le donne sono adatte ai ruoli di management nelle aziende.

Taiwan è considerato uno dei paesi più “inclusivi” in Asia. Oltre all’introduzione del matrimonio egualitario nel 2019, già della fine degli anni 2000 erano state implementate leggi contro le discriminazioni fondate su orientamento sessuale ed identità di genere in vari campi (nel 2004 nella scuola, nel 2007 nell’ambiente di lavoro, dal 2017 in tutti i settori della società). Le persone lesbiche, gay e bisessuali possono far parte dell’esercito (non è permesso alle persone transgender), mentre dal 2018 sono vietate le cosiddette “terapie riparative”.

 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Steven Su da Unsplash

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

Leave a Reply