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“Azad” è iracheno ed ha una relazione con un cittadino norvegese dal 2006 ma ora l’Alta Corte di Oslo lo ha condannato alla deportazione (rimpatrio forzato) che per lui vorrebbe dire, oltre alla separazione dal suo fidanzato, gravi rischi per la libertà personale e per l’integrità fisica. L’autorità giudiziaria norvegese riconosce i rischi che Azad correrebbe in patria ma gli nega l’asilo, consigliandogli di nascondere la propria omosessualità una volta tornato in Iraq, in piena violazione della Convenzione di Ginevra, che sancisce i diritti di piena espressione di ciascuno. Il direttorio dell’immigrazione norvegese ha suggerito alla Corte una revisione della decisione e il Ministero della Giustizia si è detto disponibile ad una nuova valutazione della situazione (Il grande colibrì).

Tuttavia, per dare forza ai diritti di Azad, Gruppo EveryOne e diverse organizzazioni hanno organizzato nei giorni scorsi una rete di pressione nei confronti delle autorità norvegesi, anche tramite comunicazioni alle Ambasciate nazionali. Il grande colibrì invita quindi i suoi lettori ad inviare, via mail o lettera, un messaggio all’ambasciata norvegese in Italia.

Vi proponiamo, per comodità, un testo di messaggio tipo che potete usare per scrivere all’ambasciata, sottoscrivendolo ed inviandolo dalla vostra mail personale all’indirizzo emb.rome@mfa.no. Naturalmente se qualcuno vuole scrivere parole diverse o un testo più lungo o circostanziato, lo può fare liberamente, il testo che proponiamo è solo per chi ha poco tempo o non sa bene come indirizzarsi ad un’istituzione del genere.

Egregio Ambasciatore Bjørn T. Grydeland,

sono venuto a conoscenza dai siti de Il grande colibrì (https://www.ilgrandecolibri.com) e di Gruppo EveryOne (http://www.everyonegroup.com) della situazione del cittadino iracheno “Azad”, compagno del cittadino norvegese Odd Arne Henriksen, che oggi rischia l’espulsione dalla Norvegia nonostante questa misura potrebbe costargli la libertà e perfino l’integrità personale. L’Alta Corte del Suo Paese gli ha infatti negato l’asilo, pur riconoscendo i rischi per l’incolumità di Azad che deriverebbero da questa decisione, dato che in Irak dovrebbe vivere nascondendo la sua identità sessuale o venendo, a causa di essa, condannato al carcere.

Ritengo che la posizione dell’Alta Corte norvegese violi i principi di autodeterminazione e libertà individuale sanciti dalla Convenzione di Ginevra e La prego di fare quanto in Suo potere perché il Suo Paese riconsideri la domanda di asilo di Azad, come si è impegnato a fare il Ministero della Giustizia, dando ad essa una risposta positiva.

Sono certo che vorrà inoltrare alle alte istituzioni del Suo Paese questa richiesta e confido nell’umanità del popolo e delle autorità norvegesi perché un libero cittadino non subisca una sorte ingiusta, solo a causa della sua identità sessuale.

Cordiali saluti

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