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Una decisione storica pone la Svezia all’avanguardia mondiale del rispetto dei diritti degli individui transessuali. Nel 1972 il paese scandinavo introdusse la possibilità di rettificare il proprio sesso anagrafico, adeguando i documenti personali (tessera sanitaria, carta d’identità e passaporto). Ma per farlo ogni persona che intendeva accedere a questo diritto era costretta a subire una sterilizzazione, senza possibilità di conservare campioni di sperma o ovuli, come avviene anche in diverse altre nazioni. Oggi però la Svezia ha deciso di riconoscere un indennizzo a tutte le persone che sono stati costrette a questa violenza di stato.

La sterilizzazione forzata

Riksförbundet för homosexuellas, bisexuellas, transpersoners och queeras rättigheter (Associazione nazionale per i diritti gay, bisessuali, transgender e queer; RFSL) ha raccolto una serie di testimonianze in un video in cui le persone che hanno dovuto subire questa pratica invasiva solo per vedere riconosciuta la propria identità di genere raccontano come hanno saputo di dover essere sterilizzate, quali sono state loro reazioni e quale percorso hanno affrontato dopo quell’esperienza.

La pratica della sterilizzazione è andata avanti fino al 2013, ben oltre l’approvazione di una legge del 1999 che prevedeva una serie di rimborsi di 175mila corone (circa 17mila euro) per le sterilizzazioni forzate avvenute tra il 1935 e il 1996 solo nell’ambito di un programma di eugenetica.

Risarcimenti per la sterilizzazione

Solo cinque anni fa la Corte d’appello di Stoccolma ha dichiarato incostituzionale la sterilizzazione per consentire la rettifica del sesso, rilevando che si trattava di una violazione della Convenzione europea dei diritti umani: a quel punto sono partite le cause (spesso proprio attraverso la RFSL, che è la più grande e ramificata associazione LGBTQIA del paese) per ottenere un risarcimento.

Attraverso questo intero processo, la RFSL ha chiesto allo stato, oltre al compenso monetario, di scusarsi con l’intera comunità trans. Ora speriamo che il governo svedese decida di organizzare una cerimonia in cui sia possibile fornire scuse adeguate così da poter mettere alle spalle questa parte veramente oscura della storia svedese” ha dichiarato Magnus Kolsjö, presidente in carica dell’organizzazione.

La nuova legge entrerà in vigore il 1° maggio e le domande potranno essere presentate nel corso dei due anni successivi. Alle 600-700 persone che si stima che abbiano diritto al risarcimento andranno 225mila corone ciascuna (circa 22mila euro).

Michele Benini
©2018 Il Grande Colibrì

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