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Come far prendere coscienza alla Chiesa cattolica di quali esperienze vivono i cristiani LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) in Africa, di quali discriminazioni subiscono, di quali diritti vedono violati? Come permettere che il sinodo sulla famiglia, che si terrà nel prossimo ottobre, affronti la questione dell’omosessualità e della transessualità basandosi sul reale vissuto dei fedeli e non su pregiudizi? Il Forum europeo dei gruppi cristiani LGBT aveva pensato di realizzare un documentario in cui dare voce ai cattolici omosessuali e transgender africani. Questo progetto, che poi non è andato in porto per problemi tecnici, ha ricevuto il finanziamento della fondazione americana Arcus ed un piccolo contributo (7mila franchi svizzeri, meno di 6.500 euro) da Sacrificio Quaresimale, un’organizzazione cattolica svizzera che si occupa di cooperazione internazionale e di dialogo ecumenico.

Questa sovvenzione è diventata lo spunto di un articolo dai toni complottisti del sito cattolico conservatore americano catholicnewsagency.com, che non ha avuto esitazioni nel denunciare un tentativo improprio di incidere sui lavori del sinodo, arrivando persino ad evocare l’esistenza di un “sinodo ombra” di vescovi europei gay-friendly che cospirerebbero per imporre le proprie idee progressiste su tutta la Chiesa. Ovviamente certi scenari foschi non potevano non solleticare le fantasie dei cattolici integralisti di mezzo mondo, e così, ad esempio, luzernerzeitung.ch ha pensato bene di rilanciare la notizia sotto il ben poco sobrio titolo “I soldi della Chiesa alla lobby gay“.

Matthias Dörnenburg, portavoce di Sacrificio Quaresimale, ha confermato senza problemi il finanziamento concesso al Forum europeo dei gruppi cristiani LGBT e lo ha motivato così: “In Africa la situazione delle persone omosessuali e bisessuali è spaventosa e ci ha spinti a sostenere questo progetto, dal momento che si tratta di una presa di coscienza e in nessun caso di propaganda politica“. La Conferenza episcopale svizzera, invece, ha preferito non prendere posizione [360.ch].

Intanto, anche se il progetto di un documentario è stato abbandonato, il Forum europeo dei gruppi cristiani LGBT non ha lavorato invano: le testimonianze raccolte saranno pubblicate in un libro. Washingtonblade.com ne ha pubblicata un’anticipazione: si tratta di storie di povertà, di isolamento sociale, di persecuzione politica, in cui la Chiesa cattolica appare ora come istigatrice d’odio ora come testimone indifferente. I racconti più duri provengono dal Benin, paese in cui i preti descrivono le trans come “demoni del regno del diavolo” e le persone LGBT, che alla morte vengono addirittura seppellite in cimiteri separati, non hanno altra speranza che fuggire in Europa. In Togo, invece, i sacerdoti cattolici additano i gay come pedofili e li accusano di essere la causa dei disastri naturali.

Ma sono anche storie di persone che credono fermamente nella propria dignità e nell’amore di Dio per tutti gli esseri umani. Ecco allora il nigeriano Rashidi, che, denunciando l’ipocrisia dei prelati che difendono a parole i diritti umani e poi li violano nei fatti, si chiede: “Perché la Chiesa cattolica non riesce ad essere più simile al Cristo, che offre spazio a tutti?“. Ed ecco anche Rosebund, leader di un gruppo informale di lesbiche cristiane in Ghana, che afferma con convinzione: “Le chiese dovrebbe essere i primi luoghi ad accogliere le persone LGBT, invece li perseguitano“.

In fin dei conti, tanto le testimonianze raccolte in Africa quanto le polemiche scoppiate tra America ed Europa, vanno nella stessa direzione e sono “segnali della spaccatura che c’è nelle varie confessioni cristiane“, come spiega a Il grande colibrì Gianni Geraci, storico attivista cristiano omosessuale: “Le chiese occidentali hanno assimilato quei valori di rispetto della persona che in Europa hanno iniziato a farsi strada con l’illuminismo, mentre le chiese del terzo mondo, come del resto gran parte dell’islam, questi valori non li hanno assimilati“. Insomma, i cattolici tradizionalisti hanno ragione nel pensare che i vescovi sono divisi e che molti di loro vorrebbero un cambiamento dottrinale, ma sbagliano nell’immagine strane cospirazioni.

Una fetta enorme del mondo cattolico in Occidente, infatti, è sempre più lontana dalla morale tradizionalista. Se questo è vero per una parte del clero, è ancora più vero per la comunità dei fedeli, come testimonia, ad esempio, l’ampia apertura nei confronti delle famiglie “non tradizionali” da parte dei cattolici statunitensi secondo un’indagine di pewforum.org: per il 75% dei fedeli le coppie omosessuali sono “accettabili” e per il 46% sono del tutto equiparabili a quelle eterosessuali. Una stessa percentuale chiede che la Chiesa riconosca i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Persino l’omogenitorialità gode del favore dei cattolici americani: per il 66% è accettabile, con un valore che rimane molto alto (59%) anche tra coloro che vanno a messa tutte le settimane.

La donazione di Sacrificio Quaresimale, insomma, è stata solo un piccolissimo segnale, un piccolo dito puntato verso una grande luna piena. Sarebbe saggio osservare la luna, ma i cattolici tradizionalisti preferiscono soffermarsi sul dito. Ma la cosa più importante sarà capire dove si poserà lo sguardo del sinodo sulla famiglia: come si supererà la volontà dei due occhi della Chiesa di guardare in due direzioni opposte?

 

Pier
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