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Shyma, cantante egiziana di soli 25 anni molto famosa nei paesi arabi, è stata in questi giorni condannata in Egitto a due anni di reclusione per un suo video dai contenuti considerati un incitamento alla dissolutezza [The Telegraph]. Stiamo parlando del videoclip diffuso sulla sua pagine Facebook a novembre della canzone “Eindi Zuruf” (Ho problemi). Ma cos’ha di così scandaloso il suo contenuto? Riferimenti più o meno espliciti alla sessualità. In scena una classe di giovani uomini adulti con un’insegnante molto sensuale che durante il video balla, mangia una crema e delle patatine, lecca una mela sotto luci soffuse, sempre con grandi primi piani delle rosse labbra carnose. E poi la pietra dello scandalo: una banana sulla quale versa del latte, tra gli sguardi sognanti e sorridenti della “classe”, per poi mangiarla.

Un video sensuale, sì, ma del tutto congruo ai videoclip del panorama musicale attuale. Niente di innovativo quindi, niente di pornografico. Ma contro di lei si è accanita la severa morale egiziana, a partire dall’influente blogger Marwan Younis, che all’uscita del video ha invitato i suoi numerosi follower a condannare e segnalare a Facebook il video per i suoi forti riferimenti sessuali. A questa campagna si sono aggiunte numerose critiche da parte di parlamentari, giornalisti, e chi più ne ha più ne metta. Le scuse della cantante non sono bastate ad impedirne l’arresto e la condanna: d’altra parte, Shyma è solo una dei tanti artisti condannati per aver espresso un pensiero considerato da una parte di opinione pubblica dissoluto e vergognoso.

Gloria
©2017 Il Grande Colibrì

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