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Anche se l’attenzione mediatica internazionale non sembra più tanto presente (o forse proprio per questo), in Russia  le violenze omofobiche, con la complicità della polizia e delle autorità, non accennano a placarsi. Se la “marcia contro l’odio” organizzata da una ventina di gruppi di opposizione si è svolta sabato scorso senza incidenti e con tensioni relativamente contenute anche quando i manifestanti hanno scandito slogan contro il divieto di parlare delle discriminazioni sessuali (interfax.ru), il giorno seguente due uomini mascherati hanno fatto irruzione nella sede di LaSky, un’organizzazione pubblica dedicata ai sieropositivi all’HIV, esplodendo colpi con un fucile pneumatico. Un attivista è stato gravemente ferito ad un occhio, da cui, secondo i medici, potrebbe perdere la vista. Nelle stesse stanze ha sede anche l’organizzazione LGBT “Caress”: è molto probabile che nella testa degli assaltatori si sia formata l’equazione “HIV-positivo uguale gay” (fontanka.ru – facebook.com).

Vale la pena sottolineare che i sanitari che hanno curato l’attivista, Dmitry Chizhevsky, non sono sembrati impressionati da quanto successo e che la polizia ha classificato il caso come un atto di teppismo, come ha denunciato la stessa vittima a slon.ru.

Intanto uno studente ventenne sudafricano nella città di Belgorod, al confine tra Russia e Ucraina, è caduto nelle grinfie di un gruppetto neonazista: un militante di estrema destra sostiene di averlo attratto nella trappola fingendosi un omosessuale quindicenne, poi il gruppo lo ha sequestrato, angariato e costretto ad atti degradanti di sottomissione, filmando tutto e pubblicando il video sul social network russo VK.

Anche se la vittima non è minorenne come in altri casi analoghi, ci si chiede però se non si possa proprio evitare di mostrare il suo volto (anche se è possibile ritenere che al confine russo-ucraino non ci siano molti sudafricani neri), come raccomandava anche lo psicologo Federico Ferrari dalle pagine de ilgrandecolibri.com. Molti media questa volta hanno cambiato idea e lo hanno fatto, ma qualche sito e pagina Facebook ancora mostrava le immagini dell’atto di violenza senza nessun accorgimento atto a celare l’identità del ragazzo.

Comunque sia, gli attivisti russi sembrano particolarmente spaventati da questi atti violenti nei confronti della comunità LGBT: in particolare l’attentato alla sede dell’organizzazione per HIV-positivi, in cui era in corso una riunione non pubblicizzata, è considerato un passo estremamente grave nel percorso di attacco alle persone omosessuali messo in atto, in una strategia abilmente connessa, dalle istituzioni e dai gruppi di estrema destra. Secondo l’attivista Polina Adrianova è il segno di “un inizio di pogrom per le persone LGBT. Sono convinta che questo è il primo di una serie di attacchi, con l’obiettivo di far tacere la comunità omo e transessuale e fermare completamente l’attivismo LGBT” (buzzfeed.com).

La spirale di violenza innescata sembra non avere speranza di essere fermata. Poco importano le dichiarazioni (di facciata?) di Vladimir Putin di una settimana fa, in cui il presidente russo prometteva che anche i gay saranno benvenuti ai giochi olimpici di Sochi del prossimo anno (sports.yahoo.com). E poco importa, a questo punto, che una regione russa scarsamente popolata (Arkhangelsk) faccia marcia indietro sulla legge anti-propaganda gay per cercare di evitare una condanna della Corte europea dei diritti umani per i tre attivisti incarcerati a gennaio 2012 per aver violato la norma. Tanto c’è la legge nazionale, che vieta ugualmente la propaganda su tutto il territorio della Federazione russa (gaystarnews.com).

E, comunque, il messaggio che parlare di omosessualità è vietato, mentre picchiare i gay è cosa buona e giusta, è partito ed è arrivato a destinazione. E per gli attivisti russi il futuro sembra essere sempre più nero…

 

Michele
Copyright©2013ilgrandecolibri.com


Errate corrige del 22.11.2013: la frase “esplodendo colpi di arma da fuoco” è stata corretta con “esplodendo colpi con un fucile pneumatico”.

5 Comments

  • MarinaS ha detto:

    Veramente, Arkhangel'sk è l'8° regione della Federazione Russa per la superficie, definirla "piccola" è un errore. Andrebbe semmai scritto che è "scarsamente popolata", in effetti come numero di abitanti è al 42° posto.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Grazie Marina, abbiamo corretto questa espressione che si prestava a un'interpretazione equivoca 🙂

    • Tiziano DI Luzio ha detto:

      Io non credo che si possa fermare l ignoranza partorisce stupidi tutti i giorni e non credo che boicottare o fare manifestazioni (che a volte diventano vere e proprie risse ) secondo la mia opinione sarebbe di far applicare una legge molto severa a chi discrimina o fa violenza sui gay e i sieropositivi penso che prima di agire queste persone ci pensano bene a cosa vanno incontro

  • Orsettinoit ha detto:

    Come semplici cittadini possiamo fare due cose : da una parte sollecitare un intervento politico da parte dei nostri rappresentanti , anche se a giudicare la qualità politica dell'attuale governo mi viene da piangere, e dall'altra BOICOTTARE tutto quello che possiamo : dalla vodkaa qualsiasi altro prodotto di origine russa o cmq dell'est europeo , ovviamente evitare come la peste dei viaggi turistici!

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Sollecitare l'intervento politico è sicuramente un atto dovuto, insieme a quello di mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica, che tende a indignarsi oggi e a sbadigliare il giorno dopo…
      Per quanto riguarda i boicottaggi, il discorso è piuttosto complesso. Da un punto di vista della capacità diretta di ottenere risultati, funzionerebbe molto meglio un boicottaggio ben organizzato dei grandi marchi internazionali che sponsorizzano le Olimpiadi invernali di Sochi piuttosto che di aziende russe (per non parlare dei boicottaggi di prodotti dal nome russo ma che russi non sono, come organizzati nei mesi scorsi…). Inoltre, occorrerebbe tenere conto dell'effetto boomerang, molto temuto dagli attivisti russi.
      Una curiosità assai interessante fatta emergere da Marina in un incontro a Verona: il boicottaggio della vodka ha comunque avuto un effetto positivo del tutto imprevisto, cioè ha messo in crisi la storica identificazione della bevanda con la virilità russa…

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