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Lo scorso 5 dicembre, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato, e fatto entrare in vigore, la modifica alla famigerata legge “contro la propaganda delle relazioni non tradizionali”. Il divieto di “propaganda”, adesso, è rivolto verso tutta la cittadinanza russa, su praticamente tutti i mezzi di informazione.

Deputati alla sessione plenaria della Duma di Stato della Federazione Russa.

Deputati alla sessione plenaria della Duma di Stato della Federazione Russa. © foto di ria.ru

La legge del 2013, che vietava solo la “propaganda diretta verso i minori”, prevedeva multe fino a 100.000 rubli (1.500 €) per le persone ed un milione (15.000 €) per le organizzazioni. Con la nuova legge in vigore, le multe vanno da 50.000 (760€) a 400.000 (6.000 €) rubli, mentre per entità come media ed associazioni la multa va da 800.000 (12.000 €) a 10 milioni di rubli (150.000 €), con la sospensione delle attività fino a 90 giorni.

Le persone straniere che violano la legge possono essere espulse dal paese. Una aggiunta inquietante è data dal potere che è stato conferito a Roskomnadzor (l’autorità per le comunicazioni) per vigilare il web ed i social media: l’autorità ha adesso il potere di bloccare direttamente un sito senza dovere passare (come era previsto dalla legge del 2013) dall’ordine di un tribunale, mentre chi gestisce i social network viene ritenuto responsabile dei contenuti ed ha il compito di fungere da “censore” degli stessi.

Ma il regime di Mosca potrebbe non fermarsi qui. Come annunciato in precedenza, la legge potrebbe essere nuovamente inasprita, con l’inserimento all’interno del testo di pene detentive per il reato di “propaganda ripetuta”, che vanno ad aggiungersi alle pene pecuniarie.

La deputata Nina Ostanina, a capo del comitato per la Famiglia della Duma (la camera bassa russa) che può essere considerata una delle menti dietro la famigerata legge, aveva già chiesto in fase di discussione parlamentare di aggiungere pene fino a cinque anni di prigione o i quattro anni di lavori forzati per le persone recidive. Ma trattandosi, dal punto di vista legale, non della discussione di una nuova legge, ma di una modifica alla legge del 2013, non era possibile inserire reati penali all’interno del testo.

Nina Ostanina

Nina Ostanina, © foto di Анатолий Жданов / Коммерсантъ

Per questo, Ostanina ha presentato alla Duma un progetto di legge ex novo per aumentare ancora di più (se possibile) la repressione nei confronti delle persone LGBTQIA+ in Russia. Secondo il sito di opposizione Meduza, Ostanina ha già sottoposto il proprio progetto di legge all’approvazione del governo federale.

 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Руслан Шамуков / ТАСС

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