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L’orrendo crimine di Orlando (Florida, Stati Uniti) di domenica scorsa proietta di nuovo una luce cruda sull’islam: è stato infatti un musulmano l’autore di questo attacco armato contro una discoteca gay che ha fatto una cinquantina di morti. Il fatto che non possa essere considerato un vero musulmano o che non rappresenti in nulla la stragrande maggioranza dei musulmani non toglie affatto la responsabilità morale del crimine ai musulmani, o, per meglio dire, alle loro autorità legali.

Il crimine e le sue complicità

La causa del crimine di Orlando è chiarissima: l’odio nutrito dal criminale nei confronti dei gay. Un odio di questo genere è ben presente tra noi, consacrato ufficialmente dalle leggi dei paesi arabi e musulmani. Certamente non tutti uccidono, ma tutti criminalizzano l’omosessualità nel nome dell’islam. Queste leggi giustificano i comportamenti sempre più omofobi dei comuni mortali, dando buona coscienza ai terroristi mentali e incoraggiandoli a passare all’atto fisico.

Siamo onesti e osiamo dirlo: le nostre élite sono i complici oggettivi del criminale di Orlando. Lo sono perché condannano l’omosessualità e giustificano la stigmatizzazione dei gay rifiutando il loro diritto a vivere la propria sessualità perfettamente naturale. Se nei paesi musulmani non ci fossero state leggi che gettano l’ignominia sui gay, infatti, forse il criminale avrebbe esitato prima di passare all’atto.

E così le nostre dichiarazioni false di oggi sull’innocenza dell’islam non convincono, perché se è vero che l’islam non è omofobo, è vero anche che lo sono i musulmani, soprattutto quelli che hanno la capacità di abolire le leggi dell’odio.

L’islam non è contro i gay

Eppure, non ci sono più dubbi: nell’islam non c’è nessuna condanna del rapporto sessuale tra persone dello stesso sesso, come dimostrano saggi e studi scientifici. La condanna dell’omosessualità è solamente nella testa degli omofobi e nella legislazione ingiusta dei musulmani. E bisogna provare, consacrandolo nelle nostre leggi, che l’islam non è davvero omofobo!

Da noi in Tunisia la nostra classe politica rifiuta ancora di abolire quel testo medievale che è l’articolo 230 del codice penale, una reliquia del colonialismo. Eppure la società civile ha presentato progetti di legge per la sua abrogazione: non è tempo di prenderne atto e di farli approvare?

Che il dramma terribile di Orlando sia l’occasione per cui si risveglino le coscienze! Si abbia il coraggio di abolire l’omofobia in Tunisia, altrimenti i nostri politici saranno responsabili dei drammi che ancora accadranno in futuro. Perché finché l’omosessualità non sarà stata depenalizzata nelle terre dell’islam, ci saranno sempre dei pazzi che aggrediranno i “froci” in nome dell’islam.

Diciamocelo: tutti i futuri atti omofobi nel mondo saranno imputati ai nostri politici omofobi, che sono già complici in anticipo dei terroristi. Infatti, in quanto omofobi, sono essi stessi dei terroristi, anche se il loro è “solamente” un terrorismo mentale. In realtà, questa è la forma peggiore di terrorismo, perché alimenta l’idra terrorista.

 

Farhat Othman per Kapitalis
intellettuale tunisino
Traduzione di Pier
©2016 Kapitalis -Il Grande Colibrì

2 Comments

  • Ashley Brooder ha detto:

    Confirming reports that show Omar was a regular at the bar. Was he hiding something from his family due to his religion/culture? I am worried about my LGBT friends, esp Adam my bestfriend

  • paolo scatolini ha detto:

    massimo rispetto per questo intellettuale ma sarei curioso di sapere quanti consensi riscuote tra i suoi correligionari. Il fatto è che l'omofobia c'è nell'islam c'è nel cristianesimo e c'è nell'ebraismo, per fortuna l'illuminismo ha tolto potere a ebraismo e cristianesimo: all'islam serve un Voltaire che gli tolga potere

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