Il settimanale conservatore polacco Gazeta Polska, legato al partito di destra al governo del paese Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia; PiS), ha annunciato che distribuirà ai propri lettori un adesivo con la scritta “Strefa Wolna Od LGBT” (Zona libera da LGBT) e un croce nera che copre una bandiera arcobaleno. Un’anticipazione dell’adesivo è stata pubblicata sul profilo Twitter del giornale e l’hashtag #StrefaWolnaOdLGBT è diventato di tendenza sul social network.
Piovono critiche
Il vicesindaco di Varsavia, Pawel Rabiej, esponente gay dichiarato del partito liberale Nowoczesna (Moderno), ha criticato questa operazione: “I fascisti tedeschi avevano creato le zone libere dagli ebrei. Come possiamo vedere, questa tradizione ha trovato dei degni successori, questa volta in Polonia“. L’amministrazione di Varsavia nei mesi scorsi era finita sotto il tiro incrociato degli omofobi per la promulgazione di una “Carta dei diritti” favorevole alle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).
Critiche sono arrivate anche dall’ambasciatrice americana in Polonia, Georgette Mosbacher, secondo la quale questa campagna non farà che seminare odio. “Sono dispiaciuta – ha scritto in un tweet – che alcune persone possano usare gli adesivi per promuovere l’odio e l’intolleranza verso gli altri. Noi rispettiamo la libertà di parola, ma dobbiamo rimanere uniti dalla parte di valori come la diversità e la tolleranza“. Il direttore del giornale, Tomasz Sakiewicz, ha risposto sostenendo che, secondo lui, essere un attivista LGBTQIA non rende una persona più tollerante.
Campagne d’odio
Per le scorse elezioni europee, il PiS ha messo in atto una violenta campagna di odio nel confronti delle minoranze sessuali, che sono state accusate, tra le altre cose, di praticare la zoofilia e la pedofilia. Apparentemente il partito di destra polacco guidato da Jarosław Kaczyński vuole usare la stessa politica anche in vista delle elezioni legislative che si terranno in autunno e di quelle presidenziali dell’anno successivo. Ma, nonostante la chiusura totale del governo polacco nei confronti delle persone LGBTQIA e gli annunci di politiche ancora più restrittive, le ragioni di chi sostiene i diritti si fanno sempre più sentire nella società civile.
Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Twitter
Leggi anche:
Polonia: “La Costituzione non vieta le unioni civili gay”
Divieti e violenze non hanno fermato il Pride di Lublino