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Le notizie di questa settimana:
Algeria – Donne, una legge difende i diritti
Indonesia – Gay, proposta la pena di morte
Egitto – Sinai, la penisola della paura
Media – Alchemiya, un nuovo canale tv
Argentina – Lo strano vicino musulmano

Algeria – Donne, una legge difende i diritti. Una riforma criminalizza la violenza contro le donne e affronta il sessismo e la misoginia: inutile l’opposizione di alcuni deputati della destra islamista.

Questo testo di legge cerca di difendere le donne contro le violenze del proprio coniuge. Inoltre ha introdotto la nozione di molestie in luogo pubblico. Dispone che “chiunque colpisca volontariamente il proprio coniuge rischia, in funzione delle lesioni, da uno a vent’anni di carcere e l’ergastolo in caso di decesso“. Un altro articolo prevede “da sei mesi a un anno di carcere” per “chiunque eserciti sulla propria moglie dei vincoli al fine di disporne dei beni o delle risorse finanziarie“. [algerie-focus.com]

Dov’è la provocazione se una donna indossa un vestitino, una donna o dei jeans? Amare la bellezza, rispettarla, desiderarla, gioirne quando è davanti a noi non ha nulla a che fare con il libertinismo temuto da questi deputati e da altri algerini spaventati da qualche donna giudicata “troppo nuda”. Il libertinismo, il vizio, l’immoralità non sono un modo di vestirsi. Non sono un modo di apparire. […] I costumi leggeri ben spesso non si misurano con la leggerezza dei vestiti. [algerie-focus.com]

Indonesia – Gay, proposta la pena di morte. Il Consiglio degli ulama ha invitato il governo a introdurre il reato di omosessualità, suscitando l’indignazione degli attivisti per i diritti umani.

Non importa se si amano“, perché l’omosessualità “è un atto vile punibile anche con la pena di morte“. La fatwa (parere consultivo) del Consiglio indonesiano degli ulama (MUI) si accontenterebbe però anche di qualche bastonata, l’importante è che la legge inizi a punire le “attività sessuali devianti“. “Emettere una fatwa come questa equivale a promuovere l’odio e ad incitare le persone a compiere violenze contro gli altri” denuncia l’attivista gay musulmano Hartoyo. [ilgrandecolibri.com]

Egitto – Sinai, la penisola della paura. I civili sono in mezzo tra i due fuochi: la guerra che contrappone l’esercito e i gruppi islamisti armati porta morte, soprusi e violazioni dei diritti umani.

L’espansione di questi gruppi è stata favorita dalla violenza della repressione che lo stato esercita da molto tempo. Secondo Fathi [abitante della zona], “il boom delle reti terroristiche si spiega più con il desiderio di vendetta contro la brutalità delle forze dell’ordine che con l’adesione all’ideologia jihadista“. I gruppi hanno potuto reclutare massicciamente tra le persone esposte in permanenza alle vessazioni della polizia solo dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi. [madamasr.com]

Media – Alchemiya, un nuovo canale tv. Con una piattaforma di streaming sul modello di Netflix, il nuovo canale televisivo basato a Londra vuole mostrare il meglio della cultura musulmana.

Facciamo cose che ti rendono orgoglioso di essere musulmano. La cultura c’è sempre stata, ma è questione di catturare ciò che è buono – dice [il produttore e fondatore di Alchemiya] Akhtar – Mostriamo la speranza e non mostriamo persone oppresse. Ci sono un sacco di altre piattaforme dove le puoi vedere“. Alchemiya (alchimia in arabo) parla di trasformazione: “Vogliamo che le persone guardino i nostri programmi per essere stimolate a pensare“. [theguardian.com]

Argentina – Lo strano vicino musulmano. Un giornalista convertito all’islam ha costruito una moschea in giardino, insieme ad alcuni amici: ora racconta, con grande ironia, l’incredulità dei vicini.

Da quando mi sono convertito al sufismo, l’islam delle origini, sono diventato esperto nel chiarire i malintesi. Ogni dicembre, ripeto ai bambini del vicinato che no, ho la barba e il cappello, ma non sono Babbo Natale, non lavoro per lui e, ultimo ma non meno importante, anche se crediamo in Gesù noi musulmani non festeggiamo il Natale. […] Il resto dell’anno affronto i dubbi dei vicini che credono che sia rabbino o arabo, o che abbia una famiglia araba o un alimentari arabo. [revistaanfibia.com]

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