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Il mio Ramadan, ben più che un digiuno

Allora, come vive un’animista musulmana il Ramadan?

Il Ramadan quest’anno coincide con l’arrivo della primavera, stagione in cui il creato inizia a risorgere. Per questo, sempre in questo periodo, lɜ cristianɜ celebrano la Pasqua come momento di resurrezione. Il Ramadan è un periodo di piena purificazione dalle cose materiali, dalle cattive abitudini comportamentali, spirituali e anche alimentari.

Per motivi di salute, non potrò rispettare il digiuno alimentare. Molte persone durante questo periodo si concentrano solo sulla rinuncia alimentare, quando il Ramadan è più in generale un momento annuale di riavvicinamento a Dio. Non rispettare il digiuno alimentare è anche un’occasione per focalizzare il Ramadan su altro.

Non lo vivrò di certo come una festa, perché non è un momento familiare e culturale per me: niente grandi festeggiamenti, niente Eid1, niente calendari dell’avvento e niente abbuffate notturne.
Lo vivrò in solitudine e dentro il mio cuore come un momento per pregare più del solito, per studiare le sacre scritture, ma soprattutto per purificarmi da tutto ciò che è troppo pesante spiritualmente, da tutta una serie di abitudini disfunzionali e materialiste che è facile accumulare durante l’anno. È un momento per propiziare i nuovi inizi e i nuovi progetti, per alzarmi presto, per cominciare un nuovo lavoro, per ricordarmi sempre della benedizione che Dio mi ha offerto di vivere su questo pianeta e di imparare dalla Terra.

Questa pratica della purificazione e del rinnovamento appartiene anche alle tradizioni animiste che celebrano in un modo o nell’altro la primavera. Sarà un momento per riavvicinarmi alla Umma2, seguire gli esercizi spirituali di gruppo, un momento di meditazione e di riflessione su cosa è giusto lasciare andare via da me, sui legami da sciogliere o da rafforzare. Sarà un periodo di purificazione del mio corpo, dove seguirò una dieta equilibrata nel rispetto della mia salute. Non mancherà mai un bismillah di ringraziamento alla tavola per la fortuna che ho nel poter cibarmi: mi farò piccola per capire le mie fortune e pensare a chi invece non ha lo stesso. Per questo, lascerò il mio stomaco non completamente pieno e rispetterò la Sunnah: mi concederò un terzo di cibo, un terzo di acqua e un terzo di aria.

Sarà un momento più fitto di pulizia del corpo, in cui non mi truccherò. Ma avrò cura di purificare anche la mia pelle. Sarà un momento di grandi pulizie e di rispetto della casa in cui ho la fortuna di vivere, un momento in cui dovrò evitare di mentire, in cui è fondamentale fare zakat3, cioè prendermi cura degli altri.

Insomma, è un momento in cui si guarda a tutti i comportamenti e alle abitudini scorrette e poco funzionali e si cerca di lavorarci su, troncando il legame con la tentazione. Cercherò di astenermi da menzogna, bestemmia, invidia, odio, calunnia e qualsiasi forma di pensiero e azione violenta.
Dovrò evitare di dormire durante il giorno, essere sempre presente durante il periodo di veglia e godermi il meritato riposo una volta calato il tramonto. Dovrò rispettare il corpo nei cicli di sonno, perché l’occhio di Allah è il sole e dovrò ammirarne e coglierne l’energia, rispettare gli orari di preghiera, che mutano come muta il sole, per quanto il lavoro me lo permetta.

Mi prefisserò degli obbiettivi in relazione alla mia persona, agli altri e alle altre, e anche nei confronti dello studio e della pratica della mia spiritualità. È un momento di rinuncia all’apparire, un momento di riflessione sul non-giudizio e sull’umiltà, un momento in cui è necessario vedersi bellɜ soprattutto dentro, un momento in cui evitare di comprare cose poco utili alla mera sopravvivenza. Un momento in cui imparare a risparmiare, concentrarmi sul coltivare le relazioni, portare rispetto e impegnarmi sul lavoro e sui miei progetti. La procrastinazione e la svogliatezza dovranno essere abbattute. Non ci deve essere spazio per la noia e per la tristezza, perché anche i momenti di vuoto verranno riempiti dalla contemplazione.

Il mio Ramadan da italiana animista e ritornata all'Islam

© Foto di Ifrah Akhter / Unsplash

Il Ramadan è un momento di grande Amore, in cui mi ricorderò più spesso del mio Creatore e per onorarlo praticherò l’amore nei confronti di me stessa, nei confronti degli altri e delle altre, nei confronti della Natura che mi circonda.

Dovrò sforzarmi di non discutere, cercare al meglio l’empatia e capire il perché della rabbia mia e altrui. Saper capire, saper perdonare e perdonarmi, cercare di agire nella maniera più funzionale e razionale possibile. Se sbaglierò, non considererò quel giorno invalido, perché finirebbe per buttarmi giù l’autostima. Cercherò di migliorarmi ogni giorno e di prolungare le mie abitudini ben oltre l’Eid, in modo da recuperare ogni giorno per la jannah4 senza nemmeno che io me ne accorga.

Come vedete, molte cose nel Ramadan prescindono dal digiuno alimentare, che è solo la punta di un iceberg. Ci ho messo molto a conciliare il mio lato animistico e la mia anima musulmana, ma alla fine non ci vedo più contraddizioni ma completezza. Ho imparato, anche grazie ad Allah, a smettere di giudicare a partire da me stessa, e su questo mi focalizzerò.

Il Ramadan è un momento di realizzazione in cui si comprende che ogni comportamento che diventa un’abitudine può rappresentare una dipendenza tossica e che bisogna aprire gli occhi e riconsiderare davvero il giusto e lo sbagliato. È un momento per riportare l’equilibrio e per costruire nuove abitudini e nuove dipendenze positive, da mantenere oltre il Ramadan.

Credo che vivermi da sola il Ramadan, senza una famiglia musulmana, mi dia la possibilità di comprenderne tutta la pregnanza spirituale. Non dico che le persone che sono nate musulmane e non ritornate all’Islam come me non siano benedette, anzi. Spesso però le abitudini culturali si sostituiscono alla religione stessa.

Troverò più momenti per onorare la natura e i suoi spiriti, consapevole che siamo tutti e tutte figli e figlie di Allah. Celebrerò l’equinozio di primavera il 20 e 21 marzo e dal 23 sera inizierò a praticare il Ramadan.

Spero di essere stata utile per tutte le persone musulmane che dalla sera del 23 marzo alla sera del 21 aprile non potranno rispettare il digiuno alimentare, magari per salute, disturbi alimentari, gravidanza o viaggio, ma che comunque vogliono onorare la propria religione.

Ramadan Kareem, Ramadan Mubarak a tutti e tutte e buon risveglio della natura.
Subhanallah!

 

Siria Comite
©2023 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazione da foto di Abdullah Arif / Unsplash

 

  1. Festa nella ricorrenza del primo giorno della rivelazione del Corano al profeta Muhammad. Mette fine al periodo del Ramadan.
  2. La comunità musulmana – o la comunità in senso più universale.
  3. La zakat è l’elemosina, uno dei cinque pilastri dell’islam.
  4. Il Paradiso

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