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Le notizie di questa settimana:
1. Bombardamenti in Siria: la risposta giusta al terrore?
2. Post-moderni, ignoranti, parenti: chi sono i jihadisti?
3. Russia e Occidente si ritrovano uniti nella lotta all’ISIS
4. I rifugiati, una delle principali vittime del terrorismo
5. Perché ce ne freghiamo dei morti africani e asiatici?

Bombardamenti in Siria: la risposta giusta al terrore?
Coordinandosi con la Russia, la Francia ha bombardato tre volte in 48 ore le forze del gruppo Stato Islamico in Siria, distruggendo, secondo il ministero della difesa, obiettivi fondamentali e uccidendo 33 jihadisti [La Tribune]. Parigi ha anche invocato il sostegno militare degli altri stati dell’Unione Europea, una richiesta che, secondo Welt, “evidentemente non produrrà solo misure simboliche”. Ma Foreign Policy mette in guardia: “Una campagna militare ampia non risolverà il problema e anzi rischia di aggravarlo”. Per l’autorevole rivista americana, “la prima cosa da fare è non cadere nella trappola evidente tesa dal gruppo Stato Islamico: se adottiamo la sua visione del mondo, quella di un conflitto permanente tra civiltà, religioni e culture, rischiamo di dargli corpo. Attualmente il gruppo Stato Islamico è debole e l’ultima cosa da fare è spingere le persone a vederlo come eroico o visionario”.

Post-moderni, ignoranti, parenti: chi sono i jihadisti?
“Gli attacchi sembrano annunciare una specie di terrorismo post-moderno, una specie di ‘best of’ del jihadismo che mette insieme il modello utilizzato durante gli attacchi di Bombay nel 2008 con le violenze nichiliste delle sparatorie nelle scuole” scrive Spiegel. Queste nuove forme di violenza portano a interrogarsi sugli attentatori. Kapitalis parte dall’analisi del linguaggio utilizzato dai kamikaze (“un arsenale semantico che si limita al massimo a un centinaio di parole”, privo di qualsiasi senso critico e di coerenza con il Corano) per concludere che il problema principale è la mancanza di educazione. The Guardian, invece, nota come molto spesso abbiamo visto all’opera fratelli terroristi e cita l’esperto belga di jihadismo Rik Coolsaet: “Il reclutamento si fa essenzialmente tra pari: i rapporti di parentela e amicizia pesano molto di più della religione o del quartiere”.

Russia e Occidente si ritrovano uniti nella lotta all’ISIS
“La Russia e l’Occidente sono diventati subito alleati e partner naturali. Non abbiamo scoperto di amarci all’improvviso, anzi, si deve temere che almeno sul piano politico continueremo a non apprezzarci. Ma siamo insieme perché c’è qualcosa di più importante ad unirci: lo stesso desiderio di vivere”: con queste parole il russo MK presenta il riavvicinamento tra Mosca, l’Europa e gli Stati Uniti in funzione anti-ISIS dopo gli attentati a Parigi. Questo riavvicinamento, in realtà, era già in corso, come aveva dimostrato la riunione di Vienna, descritta da The National come “un regalo fatto al regime” di Assad: “Divide in due l’opposizione tra chi è pronto a lavorare con il regime per una transizione favorevole a dAssad e gli altri, qualificati come terroristi”. E il G20 di Ankara ha rinforzato questo nuovo senso di unione intorno alla lotta al gruppo Stato Islamico [The Guardian].

I rifugiati, una delle principali vittime del terrorismo
Ricordando i morti di Parigi, la premier scozzese Nicola Sturgeon ha difeso i rifugiati che “fuggono il terrore instaurato dall’ISIS” e ha definito “totalmente inaccettabile” l’odio islamofobico. Un clima di accoglienza sottolineato dal titolo di apertura di The National: “Benvenuti in Scozia”. Purtroppo, però, si tratta di un’eccezione: i profughi africani e mediorientali rischiano di essere tra le principali vittime degli attentati nella capitale francese e la loro condizione potrebbe peggiorare sia in Europa sia negli Stati Uniti, dove il 53% delle persone non li vorrebbe accogliere [CNN], ricordando l’atteggiamento di rifiuto già visto con gli ebrei in fuga dal nazismo. New York Times commenta: “Confondere i rifugiati con i terroristi è moralmente inaccettabile e strategicamente sbagliato. Erigere nuove barriere per tenerli fuori con la motivazione assurda che i musulmani sarebbero pericolosi in sé gioverebbe all’ISIS”.

Perché ce ne freghiamo dei morti africani e asiatici?
Dall’inizio anno, il terrorismo ha ucciso almeno 7mila persone, per la grandissima maggioranza in Africa (più di 3mila solo in Nigeria) e in Asia [Il Grande Colibrì], ma non si sono viste manifestazioni di solidarietà paragonabili a quelle tributate ai parigini. Gli abitanti di Beirut, che hanno subito moltissimi morti solo il giorno prima degli attacchi in Francia, credono che per il mondo “le vite arabe contino meno o che il loro paese, relativamente calmo nonostante la guerra in Siria, sia percepito come un luogo dove le stragi siano normali” [New York Times]. A dimostrazione del doppio peso attribuito alle vite occidentali e non occidentali, il doppio attentato con cui Boko Haram ha ucciso 42 persone e ne ha ferite più di cento in Nigeria ha ricevuto scarsissima attenzione [BBC]. Eppure proprio Boko Haram è l’organizzazione terroristica che uccide più persone – più persone africane, però.

Pier
©2015 Il Grande Colibrì

One Comment

  • eitanyao ha detto:

    L'altro giorno mi sono fermato a ascoltare un'intervista del cantante Magyd Cherfi il quale commentando una lettera d'amore alla Francia che aveva scritto subito dopo gli attentati di Parigi della settimana scorsa ha rotto con il solito blablabla e ha detto una cosa interessante: quando ho visto gli attentanti gli ultimi 30 anni della mia vita mi sono rivenuti in faccia come uno schiaffo…ho passato così tanti anni a gridare la mia rabbia contro questo paese che mi ero dimenticato quanto lo amo, siamo stati ciechi, dei bambini viziati, ha detto.

    É vero però va detto che Tanti hanno fatto di tutto per farlo restare arrabbiato e cieco, per impedirgli di vedere l'amore che nutriva per il suo paese.

    E no, non mi riferisco all'estrema-destra. Mi riferisco ai sinistri geniacci (e i peggiori di tutti, i tromboni pseudo-intellettuali sempre pronti a darsi arie di grandi sapienti quando non sanno un ca**o di nulla) che da decenni ci deliziano con le loro baggianate, le loro narrative a ca**o, la loro ossessione per il passato coloniale, la loro Storia ridotta a storiella in bianco e nero (prima del colonialismo c'era il paradiso……), la loro demonizzazione di Israele, la loro passione per la religione fonte unica di identità e cultura.

    Mi riferisco a quelli che vivono in un mondo tutto loro, che vogliono impedirci di vivere in pace insieme, che ci dividono, cedono a tutte le domande degli estremisti religiosi più orrendi di cui diventano gli utili idioti. Quelli che invece di lottare contro il razzismo (che esiste eccome) e unire la società hanno tacciato di razzista l'integrazione. Quelli che negano l'esistenza di una cultura e un'identità europee, francesi (e Israeliane), quelli che la bandiera o l'inno sono un'aggressione (mentre le tv del golfo con la loro propaganda sono una meraviglia apparentemente) e lasciano i giovani senza identità o punti di riferimento.

    Quelli che ci riempiono le orecchie della loro cultura del vittimismo (che dice alle minoranze, in particolare arabe: tutti ti odiano, sono tutti razzisti, sono tutti contro di te…sei una Vittima vittima vittima vittima vittima vittima vittima vittima vittima)

    Sarebbe l'ora si vorrebbe sperare che dalla lapponia a malta risonasse verso questi geni un sonoro Vaffan**o, sarebbe l'ora di ignorarli, lasciarli in un angolino a blaterare minchi***

    ma non sarà così purtroppo.

    Ho detto in un commento precedente che sono pessimista, che penso che i totalitari -d'ogni risma- siano in marcia e lo continuo a credere. Dopo Parigi non mi aspetto succeda nulla. Nulla di fondamentale, nulla che cambi la direzione di marcia come nota anche Kamel Daoud sul NYT di oggi in un bel articolo.

    Siamo governati da quelli chi ci hanno portato a questo disastro (su questo si veda il bell'articolo di Michel Houellebecq che condivido). Cambieranno l'ordine dei fattori per fare scena ma il risultato non cambierà. Si proclamano misurette e bombardamenti per far vedere alla gente che si fa qualcosa ma nulla di quanto annunciato é sufficente e in alcuni casi é grottesco [prima tagli decine di migliaia di posti (l'anno scorso hanno provato a far passare dei tagli all'esercito che lo avrebbero reso totalmente in-operativo com'é già il caso in UK…per fortuna i generali si ribellarono) nei servizi di sicurezza e poi annunci qualche migliaio di assunzioni…ma chi credono di prendere in giro?]

    Quindi si andrà avanti così, il salafismo continuerà a diffondersi, i jihadisti continueranno a andare, venire e propagare odio sui siti, tante vite di ragazzini e ragazzine “di origine araba” come si suole dire saranno distrutte e gli anni di piombo che stanno solo iniziando faranno molte altre vittime fino a quando l'estrema-destra dura ( non la Le Pen che comincia a far figura di moderata quando la si confronta con altra gente che già oggigiorno fa parte del mainstream in Francia) non arriverà al potere.

    Ogni bene

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