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Un triste primato ha portato alla ribalta nei giorni scorsi la Costa d’Avorio, tra i pochi paesi africani dove l’omosessualità non è esplicitamente proibita e punita, ma la legge prevede sanzioni per gli “atti contro natura e impudichi”. Due uomini di Sassandra, P.L. di 31 anni e L.A. di 19, sorpresi dallo zio di quest’ultimo in un momento particolarmente appassionato, sono stati denunciati alla polizia e, dopo un rapido processo, sono stati condannati a 18 mesi di carcere  [Abidjan].

In tribunale i due hanno ammesso di avere rapporti da molto tempo e hanno rivendicato il diritto ad amarsi, dicendo di non vedere come questa loro relazione possa essere considerata un crimine, ma il pubblico ministero ha esplicitato ciò che nella legge non è scritto ma che raffigura il sentimento popolare nei confronti delle persone omosessuali: “La legge qualifica come contro natura quest’atto impudico” e i rapporti tra due persone dello stesso sesso “devono essere puniti” [Slate Afrique].

Lo scorso anno un caso di litigio di una coppia gay, in cui uno dei due amanti si opponeva alla fine della relazione e aveva sporto denuncia alla polizia, era stato archiviato con la raccomandazione da parte degli ufficiali di “mostrare più pudore e discrezione” e l’invito a risolvere in famiglia la questione.

Il fatto che in questo caso si sia invece arrivati al processo e a una condanna è estremamente preoccupante e potrebbe fare giurisprudenza, com’è accaduto in Senegal, dove pure l’omosessualità non è punita in senso stretto ma una serie di condanne, arrivate anche sulla spinta della volontà popolare che è in stragrande maggioranza omofoba, hanno di fatto codificato il semplice essere gay come reato [Slate Afrique].

 

Michele
©2016 Il Grande Colibrì

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