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L’approvazione in Russia di una nuova legge, molto più restrittiva, contro le persone LGBTQIA+ (o, secondo la dizione ufficiale, “contro la propaganda delle relazioni non tradizionali”) potrebbe portare all’emulazione nella fedelissima Bielorussia.

Secondo Natalia Kochanova, presidente del Consiglio della Repubblica (la camera alta del parlamento di Minsk), potrebbe essere necessario, per il paese, adottare una normativa di quel tipo. La presidente ha dichiarato all’agenzia bielorussa Belta:

“Mentre ero in visita a Mosca, è stata votata questa legge, e penso che probabilmente dovremmo fare lo stesso. Mi sembra una cosa giusta, non si possono promuovere certi comportamenti. Dobbiamo difendere i valori della famiglia, della Chiesa Ortodossa, le tradizioni che passiamo di generazione in generazione”.

Durante una riunione del Consiglio degli Anziani

Durante una riunione del Consiglio degli Anziani, © foto di belta.by

Pur non avendo le restrizioni presenti in Russia, la situazione per le persone LGBTQIA+ in Bielorussia non è delle migliori. Secondo il rapporto Rainbow Europe sui diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali, redatto ogni anno da ILGA, il paese è agli ultimi posti in Europa, con un “punteggio” del 12%, più alto dell’8% russo o del 4% turco, ma ben lontano dagli standard occidentali. Questa situazione è legata allo stato di dittatura di fatto al quale è sottoposto il paese da diversi anni.

Uno studio effettuato da Pew Research nel 2017 mostrava come l’84% dei cittadini bielorussi non ritenesse l’omosessualità “qualcosa di accettabile”, mentre poco meno del 16% della popolazione (un dato comunque superiore a quello ottenuto in Russia e in Ucraina) si era dichiarato a favore dell’introduzione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Questi ultimi sono vietati espressamente in Bielorussia, a livello costituzionale, dal 1994.

Alexander Lukashenko e Vladimir Putin

Alexander Lukashenko e Vladimir Putin

Nel suo rapporto annuale, ILGA ha segnalato che, anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina e delle restrizioni delle libertà civili che ne sono conseguite, erano stati registrati casi di persone fuggite dal paese a causa dell’omofobia diffusa nelle istituzioni e nella società civile.

 

Alessandro Garzi
©2023 Il Grande Colibrì

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