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Il consiglio comunale della città ungherese di Nagykáta, nell’Ungheria settentrionale, ha approvato una risoluzione “contro la promozione della propaganda LGBT”, apparentemente simile a quelle approvate dalle città polacche, note come “zone libere da LGBT”. La decisione è stata presa a causa del libro “Meseország mindenkié” (Una favola per tutti), dell’autore ungherese Boldizsár Nagy, che rilegge le favole più popolari ponendo al centro delle storie persone che fanno parte di minoranze etniche, nazionali, sessuali o di genere.

“Ideologia liberale”

Secondo Ákos Szabó del conservatore Független Kisgazda, Földmunkás és Polgári Párt (Partito civico dei lavoratori agricoli e dei piccoli proprietari indipendenti), uno dei consiglieri comunali che hanno proposto il provvedimento, questo era assolutamente necessario.

Vogliamo – ha scritto Szabó in un post su Facebook – che i nostri figli crescano con i racconti tradizionali, come ‘La bella addormentata’, che si innamora di un principe, non di una principessa. Il divieto di distribuzione del libro nelle scuole e nelle biblioteche della città è necessario per lo sviluppo naturale e spirituale dei bambini”. Inoltre, secondo lui, l’opposizione “prende le parti della devianza omosessuale e della sua propaganda. Essere LGBTQ è un’ideologia liberale“, qualcosa “che si sceglie. Non mi sorprenderei se un domani provassero a eleggere un travestito”.

“La linea rossa”

Nella vasta area della destra nazionalista ungherese, non sono mancate reazioni anche più pesanti all’uscita del libro Fuori da alcune librerie sono stati affissi poster che recitavano: “Attenzione! Questo negozio vende propaganda omosessuale pericolosa per i bambini”. Dóra Dúró, deputata del partito sovranista Mi Hazánk Mozgalom (Movimento nostra patria) , lo scorso settembre ha pubblicamente distrutto il libro di fronte ai giornalisti. “Il mio partitoha dettonon tollera che i bambini siano così esposti alla propaganda omosessuale o che possano essere introdotti a stili di vita anormali da falsi libri di storia, perché non c’è mai stato un principe omosessuale nella cultura ungherese”.

Quando è stato intervistato sull’accaduto, il primo ministro Victor Orbán ha dichiarato: “C’è una linea rossa che gli omosessuali non devono superare. Lasciate stare i nostri bambini!”. Intanto in Ungheria è in corso un processo di riforma costituzionale per “un’educazione secondo i valori dell’identità costituzionale ungherese e della cultura cristiana” che, nei fatti, ridurrà ancora i diritti e gli spazi per le persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).

Alessandro Garzi
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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