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Il parlamento polacco ha rifiutato, per ragioni procedurali, la legge di iniziativa popolare dall’emblematico titolo “Stop LGBT”, presentata dal comitato cattolico integralista Życie i Rodzina (Vita e famiglia). La proposta di legge voleva che si proibissero le manifestazioni pubbliche che “promuovono relazioni tra persone dello stesso sesso o tra più di due persone”, e che il principio costituzionale della “protezione della famiglia” venisse fatto rispettare in occasione delle manifestazioni pubbliche, chiedendo, nei fatti, di vietare i Pride.

Scandalo integralista

Per ottenere questa legge erano state raccolte, soprattutto nelle chiese, 200mila firme, il doppio di quelle necessarie a presentare una legge di iniziativa popolare in Polonia. “È uno scandalo – ha detto Krzysztof Kasprzak, a capo di Życie i Rodzina – che la richiesta di 200mila persone venga ignorata in questo modo. Le autorità che dicono di sostenere i valori della famiglia non fanno niente per difendere soprattutto i bambini dall’immoralità”. In un comunicato, inoltre, il comitato cattolico integralista ha annunciato che proporrà nuovamente la legge la prossima primavera, raccogliendo di nuovo le firme necessarie alla sua presentazione e ha accusato il parlamento di Varsavia di avere “piegato la legge al servizio della lobby LGBT”.

Al momento, in realtà, la maggioranza parlamentare è in mano a uno dei partiti più omofobi al governo di un paese dell’Unione Europa: i sovranisti di Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e giustizia, PiS) sulla lotta alla fantomatica “ideologia LGBT” hanno basato le ultime tre campagne elettorali e su queste tematiche si sono recentemente scontrati con la Commissione Europea.

Legge incostituzionale

Mikołaj Małecki, professore di diritto all’Università Jagellonica di Cracovia, ha commentato per il sito a tematica LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) Queer.pl: “Questo progetto di legge è incostituzionale, è in conflitto con il diritto di poter esprimere la propria opinione in pubblico e di poter raccontare i vari aspetti della vita sociale del paese. Questa proposta prende di mira una minoranza specifica, ma non è concepibile proibire un evento pubblico soltanto perché non ci piacciono le opinioni di qualcuno”.

Alessandro Garzi
©2021 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da mathiaswasik (CC BY-SA 2.0)

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