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Sono 416 le aziende statunitensi che hanno chiesto al Congresso di approvare l’Equality Act (legge sull’uguaglianza), al fine di integrare l’orientamento sessuale e l’identità di genere tra le protezioni garantite ai cittadini dal Civil Rights Act (legge sui diritti civili) del 1964, che vieta le discriminazioni per sesso, origine nazionale, etnia e religione. Tra le aziende che hanno partecipato alla campagna “Business Coalition for the Equality Act” (Coalizione delle aziende per la legge sull’uguaglianza), sono presenti anche colossi come Facebook, Twitter e Amazon.

L’iniziativa è stata promossa dall’associazione per i diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) Human Rights Campaign (Campagna per i diritti umani; HRC). “Alle aziende – afferma il presidente di HRC Alphonso Davidinteressa che i propri dipendenti non debbano subire delle discriminazioni al momento in cui devono affittare una casa, quando mandano i propri figli a scuola, vanno dal dentista o a fare la spesa. Chiediamo alle aziende di dialogare con i deputati e di evidenziare, nello specifico, quanto l’Equality Act sia importante e quanto il fatto che non ci sia una legislazione simile rechi danno alle proprie attività”.

Il no repubblicano

Nonostante questo tipo di appoggi e il fatto che un sondaggio effettuato da Hart Research Associates lo scorso marzo abbia evidenziato un supporto tra gli elettori americani del 70% a favore del progetto di legge, l’Equality Act non ha la strada spianata: è stato votato nel 2019 dalla Camera dei Rappresentanti, ma l’iter era stato bloccato al Senato dalla maggioranza repubblicana. Dopo le elezioni dello scorso novembre, al Senato c’è una condizione di parità (50 contro 50) tra i due grandi partiti, ma il provvedimento ha bisogno di 60 voti per diventare legge.

Da parte repubblicana, come si poteva prevedere, si è alzato un muro contrario all’approvazione della legge, nonostante che, numeri alla mano, parte di quel 70% degli elettori favorevoli abbia presumibilmente votato repubblicano lo scorso novembre. Il senatore dello Utah ed ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney ha espresso la sua opinione contraria alla legge se non verranno implementate “forti protezioni” per proteggere la “libertà religiosa”.

Alessandro Garzi
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì

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