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Quelli che ci fornisce la campagna Solidarity with Egypt LGBT (Solidarietà con l’Egitto LGBT) sono dati tragici per la comunità egiziana LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali): un file caricato su Google Sheets riporta i casi di aggressione e di carcerazione ai danni di gay, lesbiche e persone transessuali che sono stati registrati dalla fine del 2013 fino al novembre 2016. Inutile aggiungere che la maggior parte dei casi di violenza non viene denunciata per paura di ritorsioni da parte della polizia: per questo le statistiche che seguiranno provengono da casi documentati da giornali e media.

Dalla fine del 2013 e fino a novembre 2016 si sono registrati 114 casi di carcerazione e 21 di violenza per crimini di odio contro la comunità LGBTQI. 
In questi casi, le vittime sono 210 omosessuali e 64 persone transessuali, tra cui 9 stranieri.
 In 66 casi, con una percentuale del 58%, i social media e le applicazioni per appuntamenti e internet sono stati usati per rintracciare e arrestare gay e transessuali. 
E per la prima volta, come nel caso che sta infiammando il Marocco [Il Grande Colibrì], è stato riportato l’arresto di una ragazza lesbica.

Gli adolescenti omosessuali che sono stati arrestati, hanno ottenuto condanne che vanno da 1 a 3 anni di carcerazione. Ma le sentenze più dure sono state quelle a danno di 11 uomini omosessuali, tre dei quali sono stati condannati a 12 anni di carcere, gli altri da 3 a 9 anni di carcere.

In Egitto non ci sono leggi che esplicitamente puniscano l’omosessualità o i rapporti omosessuali, infatti le persone accusate di essere gay vengono spesso incriminate in base alle leggi che puniscono la “corruzione della morale pubblica” e la prostituzione. L’ultimo arresto risale solo al 27 ottobre 2016, quando la polizia fece irruzione in un albergo del distretto Doqqi al Cairo, sorprendendo sette giovani uomini in abiti femminili [Il Grande Colibrì].

Dati tragici, che continuano ad aumentare giorno dopo giorno e che Solidarity with Egypt LGBT, continuerà ad aggiornare.

Anas Chariai
©2016 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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