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“Questo fenomeno è contrario agli usi e costumi della nostra società”, e poi “la perversione sessuale si sta diffondendo nella società libanese in contraddizione con le usanze del Paese.”

LO STOP DAL MINISTERO

Ieri 26 giugno, tra i tanti eventi di questo mese del Beirut Pride, si sarebbe dovuta svolgere una marcia di protesta fuori dal Ministero dell’Interno, contro le violenze del sistema patriarcale, del clero e delle forze politiche.

In queste settimane del Pride Month, è aumentata la pressione di personalità politiche e religiose contro la comunità LGBTQIA+, che venerdì si è svegliata con una brutta notizia. Il Ministro dell’Interno Bassam Mawlawi ha dato ordine di prendere tutte le misure necessarie per prevenire qualsiasi celebrazione, incontro o raduno LGBTQIA+ poiché rappresentano comportamenti contrari alla società libanese. Tra gli organi preposti a mettere in pratica l’ordinanza, c’è addirittura la polizia nazionale che si occupa di antiterrorismo.

Beirut Pride

LA VIOLENZA DEI FONDAMENTALISTI

E si sa, che quando dai vertici escono notizie simili, gli omofobi si sentono ancor più giustificati a commettere violenze. Non solo sui social si dà sfogo a qualsiasi insulto e minaccia, ma un gruppo di fondamentalisti religiosi cristiani, i Soldiers of God, è sceso in strada di notte distruggendo, al grido di “Non ci sarà Satana in questo quartiere”, il grande cartellone che il Beirut Pride aveva legalmente innalzato nella zona di Achrafieh. Un cartellone composto di fiori colorati sbocciati durante tutto il mese di giugno, simbolo della resilienza della comunità LGBTQIA+.

Beirut Pride

LA SITUAZIONE ATTUALE

Il Beirut Pride, data la situazione molto pericolosa, ha deciso di fermare tutti gli eventi ancora in programma oltre a rimandare la marcia. L’organizzazione Mada Network (una delle organizzatrici del Pride), attraverso un post su Instagram, condanna fermamente i discorsi e l’istigazione all’odio contro la diversità, i quali creano di fatto un clima di terrore e impediscono l’esercizio dei diritti civili ad una categoria di persone. Affermano inoltre che avvieranno indagini contro le minacce che si stanno diffondendo sui social.

Mentre il paese sta attraversando una delle peggiori crisi sociali ed economiche nella storia del Libano moderno, la violenza contro le persone LGBTQIA+ non si arresta. Anche se il Libano è uno dei paesi della regione MENA in cui c’è maggior libertà di esporsi e organizzarsi, la legge continua a criminalizzare i rapporti tra le persone dello stesso sesso. I fondamentalisti religiosi di ogni sponda, fanno ormai da anni pressione contro la comunità LGBTQIA+, che vive in un clima di paura e controllo esercitato dalle forze di polizia. Anche nel 2018, il Pride venne annullato in un clima davvero violento. Nel 2018, stessa storia. Il Pride venne annullato

 

Ginevra Campaini
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Beirut Pride

 

Ginevra Campaini: “Mi chiamo Ginevra e non sopporto gli stereotipi delle categorie maschile e femminile. Scrivo per imparare, capire e condividere quello che succede a me e alle persone LGBT+ nel mondo” > leggi tutti i suoi articoli

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