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Le notizie di questa settimana:
Libia – Centri per migranti: condizioni terribili
Siria – Il futuro di Bashar Al-Assad è in bilico?
ISIS – Stato Islamico, trionfo nell’immaginario
Algeria – Troppi soldi per la Grande moschea
Azerbaijan – Giochi europei: sport e dittatura

Libia – Centri per migranti: condizioni terribili. I migranti africani diretti in Europa finiscono in carceri in Libia che violano gli standard minimi di dignità e d’igiene: l’inchiesta del Financial Times.

Molti hanno parassiti e le coperte sono infestate dagli insetti, perciò ci sono molte malattie. E’ una situazione molto dura: ci danno a malapena da mangiare” spiega Angesom Raeame, eritreo di 24 anni detenuto nel centro di detenzione per migranti di Garabulli. Qui uomini, donne e bambini sono stipati in stanze sovraffollate piene di mosche, con una sola latrina per cento persone. Uomini equipaggiati con fucili d’assalto e maschere chirurgiche montano la guardia. “Per ora neppure un centro è a norma” ammette il colonnello Mohamed Aboubreida, incaricato della lotta all’immigrazione clandestina. [ft.com]

Siria – Il futuro di Bashar Al-Assad è in bilico? Gli esperti sono divisi nell’immaginare come evolverà la guerra in Siria: le truppe di Bashar Al-Assad sono in difficoltà, ma tutt’altro che sconfitte definitivamente.

La vera battaglia di Assad ha per scopo la conservazione della continuità geografica tra Damasco e la costa mediterranea, ma lui e i suoi alleati minacciano di aprire anche un altro fronte: se Hezbollah affronta sconfitte sul terreno di guerra, potrebbe aggravare la crisi in Libano. Infine, il recente invio di centinaia di uomini d’élite dei guardiani della rivoluzione iraniani indica che Teheran vuole lanciarsi in una lunga guerra d’usura. I recenti successi hanno alimentato le speranze degli oppositori siriani, ma non è detto che questi successi proseguano né che beneficino del sostegno delle potenze regionali. [almodon.com]

Secondo Joshua Landis, direttore del Centro per gli studi sul Medio oriente, il regime è in pericolo sia perché le forze lealiste si riducono sempre più sia perché i gruppi armati “sono organizzati sempre meglio, aiutati dal punto di vista logistico e riforniti di armi sempre più sofisticate“. “Molti pensano che l’Iran, per cui la priorità assoluta rimane la sopravvivenza del regime di Damasco e di Hezbollah, accetterebbe una divisione della Siria. Ma Bashar Al-Assad spera di riprendere il controllo di tutto il territorio e non sembra capire che la sopravvivenza stessa del regime richiede la divisione del paese“. [lorientlejour.com]

ISIS – Stato Islamico, trionfo nell’immaginario. La forza del gruppo terroristico Stato islamico sta nella capacità di colpire le menti con numerosi richiami e nella debolezza strategica dei suoi avversari.

L’IS riesce a costruire un discorso in grado di catturare decine di migliaia di reclute, inserendosi al tempo stesso in un universo coranico inventato e in un immaginario orientalista e hollywoodiano: una propaganda gestita alla perfezione. La sua potenza sembra a volte esagerata perché l’IS nutre l’universo dell’immaginario e dell’impensabile al punto che chiunque può proiettarvi le proprie frustrazioni: è responsabile di molte meno morti rispetto al regime siriano, ma la sua capacità di spettacolarizzare le esecuzioni ne fa un mostro temuto dalle popolazioni di tutto il pianeta. [lorientlejour.com]

Algeria – Troppi soldi per la Grande moschea. L’Algeria non offre servizi pubblici decenti, ma spende per costruire la terza moschea più grande al mondo. Per salvare l’anima del vecchio presidente Bouteflika?

L’Algeria ha più bisogno di ospedali, di centri per la dialisi e la chemioterapia, di scuole e licei, di buone università, che di grandi moschee. Ha più bisogno di maternità e asili che di servizi geriatrici. Non sto facendo allusioni, ovviamente. Al crepuscolo della vita, ci si rivolge a Dio, sapendo che lo si ritroverà presto, e gli si dice quanto si è pentiti e quanto ci piacerebbe essere riabilitati. Si decide di donargli il più grande dei templi, come al tempo egli idolatri, prima che l’Islam ne decretasse la fine. Poi tutto si mescola e ci si dimentica che Dio sa tutto e che non gli si possono raccontare frottole. [algerie-focus.com]

Azerbaijan – Giochi europei: sport e dittatura. La prima edizione dei giochi europei è partita il 12 giugno in Azerbaijan, paese in cui è in corso un’emergenza per i diritti umani che si finge di non vedere.

I Giochi europei di Baku sono un’emanazione del Comitato internazionale olimpico, come i giochi panamericani, quelli panasiatici e quelli del Commonwealth. Ma in Azerbaijan quasi tutti le persone critiche verso il governo sono in carcere, inclusi attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti. “Il governo non ha voluto correre rischi” dice il ricercatore di Human rights watch Giorgi Gogia. Le autorità, però, negano che gli arresti abbiano motivazioni politiche, anche se appare evidente che lo stato di diritto viene applicato in modo selettivo nei confronti di chi sfida apertamente le autorità. [bbc.com]

Scegliendo l’Azerbaijan, un paese che schiaccia apertamente il dissenso e censura il giornalismo, i capi dello sport europeo hanno amplificato gli elementi peggiori del movimento olimpico: gigantismo ad alto prezzo, censura e repressione politica. Dando così al presidente autocrate Ilham Aliyev esattamente ciò che desiderava ardentemente: buona pubblicità sulla scena mondiale. I leader europei sono stati troppo disponibili a tollerare l’intolleranza di Aliyev. I governi europei avrebbero dovuto inviare un messaggio boicottando i Giochi Europei. [theguardian.com]

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