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La posizione dell’Associazione medica mondiale (AMM), che raggruppa più di 100 associazioni mediche nazionali (tra cui la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri in Italia) per un totale di oltre 10 milioni di professionisti in tutto il mondo, è stata riassunta dal suo presidente, Michael Marmot: “Condanniamo ogni forma di discriminazione, stigmatizzazione e violenza contro le persone transgender e vogliamo vedere misure legali adeguate per proteggere i loro pari diritti civili. In quanto figure di riferimento, i medici dovrebbero utilizzare le proprie conoscenze mediche per combattere il pregiudizio“. L’AMM, nel corso della propria assemblea generale a Mosca, ha ribadito che “le considerazioni culturali, politiche o religiose non devono avere la precedenza sui diritti, sulla salute e sul benessere delle persone transgender” [wma.net].

Con queste parole, l’associazione mostra di conoscere le difficoltà da superare in tutto il mondo, dove le luci troppo spesso sono offuscate da ombre cupissime. Lo dimostra la drammatica fine di Diana Sacayan, una delle più importanti attiviste transgender dell’Argentina: è stata assassinata per motivi ancora sconosciuti e il suo corpo è stato ritrovato nel suo appartamento [ilgrandecolibri.com].

In Zambia, intanto, una trans rischia una condanna fino a 14 anni di carcere per sodomia, nonostante giuri che l’uomo che l’accusa l’abbia violentata [76crimes.com]. E’ andata molto meglio alle nove waria (persone biologicamente maschili, ma che assumono ruoli e vestiti femminili e che sentono di appartenere a un “terzo sesso”) arrestate dalla polizia in Indonesia: quando gli agenti gli hanno intimato di vestirsi da uomini, le waria hanno replicato che l’abbigliamento femminile è una necessità della loro anima e sono state rilasciate [merdeka.com]. In Malesia, invece, continua ad essere valida la norma che prevede fino a sei mesi di carcere per i maschi che indossino abiti femminili: la Corte federale ha annullato la sentenza di incostituzionalità emessa da un tribunale, ma solo per un vizio di forma [freemalaysiatoday.com].

Il transgenderismo è anche una sfida per le scuole. In Illinois (Stati Uniti) un distretto scolastico ha presentato come una grande apertura l’aver garantito ad una studentessa trans uno spogliatoio personale, ma, da una parte, la ragazza vorrebbe poter accedere allo spogliatoio femminile (cosa che sarebbe accettata bene dalle sue compagne), dall’altra gli attivisti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) hanno reso noti vari casi di discriminazione da parte del distretto scolastico [windycitymediagroup.com]. Vanno meglio le cose a Porto Rico, dove chi studia nelle scuole pubbliche potrà scegliere liberamente se indossare l’uniforme con la gonna o con i pantaloni [ap.org], e in Irlanda, dove le scuole di doteranno di nuove politiche trans-friendly in fatto di uniformi e uso delle toilette [independent.ie].

Ma non mancano buone notizie anche dall’Italia: il Servizio Accoglienza Trans del Circolo Pink di Verona apre da domani e ogni mercoledì dalle 19 alle 21 uno sportello anche a Padova, presso Arcigay Tralaltro di corso Giuseppe Garibaldi 41 [circolopink.it].

Si impegna a favore dei giovani transgender anche il cantante gay britannico Will Young, con la canzone “Brave man” (Uomo coraggioso). “Sono un uomo coraggioso, che corre sotto la pioggia, che non ha paura di provare dolore. Seguimi da solo, senza aver paura di cadere” recita il ritornello. Protagonista del bel videoclip è Fox, un ragazzo trans FtM (dal femminile al maschile) molto lodato da Young: “La sua vulnerabilità, forza e intelligenza emergono con vigore davanti alla videocamera. Non avevo mai incontrato una persona come lui prima, una persona che possiede forza interiore e determinazione mantenendo al tempo stesso così tanta vulnerabilità. Essere vulnerabile è essere forte, esprimere e mostrare la propria vulnerabilità è davvero la cosa più coraggiosa e meravigliosa che si possa fare” [facebook.com].

Intanto buone notizie arrivano anche per le persone intersessuali: in Francia, il tribunale di Tours ha riconosciuto il diritto di essere indicata come di “sesso neutro” sui documenti a una persona di 64 anni nata sia con gli organi genitali femminili sia con quelli maschili: secondo i giudici, “il sesso assegnato alla sua nascita appare come una semplice finzione imposta per tutta la sua esistenza. Non si tratta di riconoscere l’esistenza di un qualche terzo sesso, ma di prendere atto dell’impossibilità di incasellare il richiedente in uno o nell’altro sesso” [20minutes.fr]. E in Italia un professore intersessuale (ma presentato da messaggeroveneto.gelocal.it come trans) ha raccontato di essere stato accolto in modo del tutto favorevole in una scuola del Friuli senza nascondere la propria natura.

Sì, è successo proprio in Italia. Il paese dimostra a volte di non essere così oscurantista come sembrerebbe. Oppure c’è lo zampino miracoloso di Ardhanarishvara, la forma androgina che unisce il dio indù Shiva e la sua sposa Parvati e che è particolarmente venerata nell’India meridionale: per la prima volta, grazie all’impegno di un gruppo di hijra (transgender del subcontinente indiano simili alle waria indonesiane), una sua scultura [foto in apertura] è stata creata per le celebrazioni in Bengala [indianexpress.com]. E speriamo che abbia influenze positive su tutto il mondo…

 

Pier
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