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Mentre in alcuni paesi, tra cui l’Italia, si discute se iniziare a mettere una tassa sui veicoli inquinanti per finanziare il passaggio a energie più pulite, la legislatrice repubblicana Gail Griffin dell’Arizona – per lo stesso principio di volere al contempo dissuadere da una cosa disdicevole e favorire una cosa utile e portatrice di progresso – ha avuto l’idea di proporre una tassa sul porno online per finanziare il muro da costruire al confine con il Messico.

Un blocco di successo

Il sistema su cui verrebbe costruita la raccolta di denaro sarebbe questo: tutti i dispositivi per connettersi a internet venduti nello stato dovrebbero avere un blocco per impedire il collegamento a siti vietati ai minori, ma questa inibizione non sarebbe permanente perché pagando una tassa di 20 dollari (per ciascun dispositivo) l’accesso sarebbe liberato completamente, fatto salvo il pagamento eventualmente dovuto ai siti che si vanno a visitare.

L’idea, in realtà, non è così originale in un paese bigotto e ipocrita come gli Stati Uniti: una tassa simile è già in vigore in un’altra ventina di stati e il testo proposto ricalca sostanzialmente quelli già in vigore in Virginia, Kentucky, Alabama, Utah, Rhode Island e Carolina del Sud. Queste legislazioni si devono all’instancabile (ed evidentemente molto convincente) attività di un troll anti porno, Chris Sevier, che negli USA è particolarmente famoso per aver celebrato il proprio matrimonio con un computer come protesta contro il riconoscimento delle nozze tra persone dello stesso sesso.

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Il muro dei bigotti

Non che manchino le ragioni per stare lontani dai siti che offrono contenuti pornografici: spesso ci propongono stereotipi sui generi e sulle etnie, a volte non si curano di informare sui rischi delle pratiche sessuali (a cominciare dalle malattie sessualmente trasmissibili fino alle pratiche di sesso estremo) e quasi sempre tentano di infettare il nostro computer con virus e malware. Ma il consumo di pornografia per persone adulte, consapevoli e consenzienti non dovrebbe essere un problema, specie in un paese che una tassa da 20 dollari non si sogna neanche di metterla sulla vendita di pistole e fucili.

Ma in questo territorio dove l’ipocrisia è nel suo ambiente naturale, la “Legge per la prevenzione del traffico di esseri umani e la protezione dei minori” (sì, si chiama proprio così!) dovrebbe servire alla creazione di un fondo intitolato allo scomparso senatore John McCain in cui convogliare le risorse per costruire il muro al confine del Messico che Donald Trump non riesce a far finanziare dal Congresso. Ma né la fondazione intitolata a McCain, né la sua famiglia conoscono questa proposta e non vi si riconoscono.

Contro le libertà

Naturalmente gli avvocati dell’American Civil Liberties Union (Unione americana per le libertà civili; ACLU) hanno definito la proposta come “una mazzetta incostituzionale per filtrare internet” e “un tentativo di violare i diritti delle persone”, mentre l’Electronic Frontier Foundation (Fondazione frontiera elettronica; EFF) ha affermato che questa tassa sarebbe un duro colpo per la libertà di parola.

Ma lo scopo di queste leggi è più quello di porre temi liberticidi nel dibattito che di creare immediatamente effettivi ostacoli al porno, così come lo sono state le proposte simili legate al tema dell’aborto. Lo ammettono candidamente i legislatori che hanno fatto approvare l’analoga disposizione in Rhode Island: non sono previsti ricerche o progetti di verifica del rispetto della norma né strumenti giuridici per farla funzionare.

Michele Benini
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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