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Vorremmo informarvi che negli ultimi mesi la Commissione ha ricevuto molte proteste a proposito della crescente retorica contro la comunità LGBT in Polonia. Le ultime proteste si riferiscono direttamente al fatto che molte autorità locali e regionali, proprio mentre fanno uso di fondi UE, hanno votato dichiarazioni o risoluzioni discriminatorie contro le persone LGBT e che queste azioni hanno come conseguenza la paura dei cittadini di essere discriminati da codeste autorità, di essere malmenati da altri cittadini o di perdere il posto di lavoro“. In Polonia i governatori di cinque voivodati (regioni) hanno ricevuto una lettera esplosiva sui provvedimenti anti-LGBT su cui Il Grande Colibrì e altre associazioni europee hanno lanciato un appello e una raccolta firme.

Rubinetti chiusi?

Le lettera è di particolare importanza perché è firmata da Marc Lemaître, direttore generale della Commissione europea per la politica regionale e urbana, e da Joost Korte, suo omologo per occupazione, affari sociali e inclusione. Ma è ancora più importante perché non si limita a comunicare il malcontento del “governo” europeo, ma lancia la minaccia non troppo velata di chiudere i rubinetti dei fondi UE per queste autorità regionali e locali, accusandole di violare il principio fondamentale di non discriminazione.

La comunicazione ufficiale ricorda come l’assegnazione dei fondi sia subordinata al rispetto dei valori fondamentali dell’Unione Europea, mentre “la recente adozione da parte di autorità regionali e locali di dichiarazioni e risoluzioni che etichettano le posizioni della comunità LGBT come ‘ideologia’ e che dichiarano le persone LGBT come indesiderate nel proprio territorio mette in dubbio la capacità di queste autorità di assicurare il rispetto del principio orizzontale di non discriminazione nell’implementazione dei programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF)“.

Azioni per l’uguaglianza

E così la Commissione europea ora pretende dalle amministrazioni sotto accusa dei chiarimenti e rassicurazioni sul fatto che non vi saranno discriminazioni basate su identità di genere e orientamento sessuale nei progetti cofinanziati dai fondi strutturali europei, una richiesta che non sembra potersi realizzare se non attraverso la cancellazione dei provvedimenti anti-LGBT. Ma la Commissione chiede ancora di più: le amministrazioni regionali e locali dovranno presentare e rafforzare azioni per promuovere l’uguaglianza e la non discriminazione delle minoranze sessuali. Dove la ragionevolezza non è finora riuscita a ottenere risultati, ci riuscirà la minaccia di chiudere i cordoni della borsa?

Comuni omofobi in Polonia, firma l’appello

Pier Cesare Notaro
©2013 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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