Skip to main content

Sarah Kate Ellis è la presidente di Glaad, un’importante associazione statunitense che si occupa di promuovere una giusta rappresentazione delle persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) sui media. Da 25 anni, Glaad pubblica annualmente il rapporto “Where We Are on TV”, per monitorare la presenza di personaggi e tematiche LGBTQIA+ nei media americani.

L’IMPATTO POSITIVO DELLA RAPPRESENTAZIONE

La rappresentazione delle persone LGBTQIA+ ha cambiato molto il modo in cui l’opinione pubblica statunitense vede queste minoranze.

“25 anni fa – scrive Ellis in un articolo su USA Today – quando Glaad ha iniziato a monitorare la presenza dei primi personaggi LGBT nei programmi di intrattenimento, le norme contro la discriminazione delle persone gay e lesbiche, e l’idea del matrimonio egualitario, erano impopolari e il dibattito era ristretto ad una minoranza”.

In questo periodo, il numero di personaggi è passato da 12 a 637, quasi il 12% del totale di quelli presenti nelle serie televisive prese in esame.

Sean Hayes, a sinistra, e Debra Messing nel revival di "Will & Grace" della NBC nel 2017, che ha contribuito al numero record della stagione di personaggi LGBTQ in TV.

Sean Hayes, a sinistra, e Debra Messing nel revival di “Will & Grace” della NBC nel 2017, che ha contribuito al numero record della stagione di personaggi LGBTQ in TV.

RISVOLTI NEGATIVI

Secondo Ellis, questa visibilità e i successi ottenuti sono comunque un’arma a doppio taglio. Se da un lato hanno portato a una maggiore consapevolezza e familiarità, a una diversa opinione del pubblico, e alla conquista di diritti, “dall’altro stiamo vedendo che vengono proposte una serie di leggi che attaccano la nostra comunità, e ad essere colpite sono soprattutto le persone transgender, lə più giovani, le persone di colore e chi vive nel sud del paese”.

Studi recenti dei Centers for Disease Control and Prevention (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, CDC) dicono che unə giovane LGBTQ su quattro ha tentato il suicidio nella prima metà del 2021, mentre un rapporto di The Trevor Project rivela che il 94% dellə giovani LGBTQ ha subito un impatto negativo sulla propria salute mentale a causa di questa ondata repressiva della politica.

Queste proposte discriminatorie, ovviamente, diventano parte del dibattito pubblico, e finiscono nei maggiori telegiornali.

“Io voglio che gli americani possano cambiare canale e vedere un’altra storia, che renda umane le persone LGBTQ, comprese le persone transgender”.

Copertina della rivista Time del 14 aprile 1997 con Ellen DeGeneres. Foto di TIME

Copertina della rivista Time del 14 aprile 1997 con Ellen DeGeneres. Foto di TIME

Per Ellis, la rappresentazione nei media è significativa perché “ciò che vediamo in TV ha un enorme impatto sulle decisioni di tutti i giorni negli uffici, nelle scuole, nelle nostre sale da pranzo, nelle aule di giustizia e nelle cabine elettorali. Gli americani non daranno il loro supporto a leggi che vanno contro persone che conoscono”.

 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Isi Parente da Unsplash

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

Leave a Reply