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Il Parlamento russo ha votato, in prima lettura, l’allargamento degli obiettivi dell’infausta legge “contro la propaganda delle relazioni non tradizionali”.
Secondo la nuova proposta, la “propaganda”, che vede inserita tra le “relazioni non tradizionali” anche la pedofilia, non sarebbe più vietata soltanto nei confronti dellə minorenni, ma verso tutta la popolazione russa. I media stimano che l’approvazione definitiva possa avvenire in primavera.

Le nuove multe vanno da un minimo di 50.000 ad un massimo di 400.000 rubli (800-6.500 Euro) per le persone fisiche. La cifra è raddoppiata nel caso venga commessa da una persona che ricopre un incarico pubblico. Le persone giuridiche, in particolare, media ed associazioni, rischiano una multa da 800.000 a 5 milioni di rubli (13.000-80.000 euro) e la sospensione delle attività fino a 90 giorni. Multe simili sono previste per chi “Incoraggia il cambiamento di sesso dellə adolescenti”.
Chi dovesse fare propaganda alla pedofilia, invece, incorre in sanzioni pari a circa il doppio.

Russia. Propaganda LGBT 2.0

© foto di severreal.orgRussia. Propaganda LGBT 2.0

Nina Ostanina, presidente del comitato parlamentare per la famiglia, le donne e i bambini, che in passato aveva paragonato il coming out alla confessione di avere un cancro, ritiene che queste sanzioni, non siano abbastanza forti. Durante l’esame della legge in seconda lettura, ha proposto, insieme al collega Nikolai Burlyaev, l’inserimento di condanne penali in caso di “violazioni ripetute”: fino a due anni di prigione, con possibilità di condanna ai lavori forzati, che diventano tre nel caso in cui il “reato” sia stato consumato in presenza di minori.

In un’intervista, Ostanina ha anche chiesto che la legge possa servire a chiudere “gay club e posti simili”.

Un decreto firmato dal Presidente Putin, ha evidenziato l’importanza per il paese di promuovere “i valori tradizionali alla base della società russa”. Si chiedono “misure urgenti”, contro “quei media e quelle organizzazioni” che vogliono “portare valori alieni alla società russa, come la distruzione della famiglia attraverso la propaganda delle relazioni non tradizionali”. Secondo il decreto, l’impatto di queste “ideologie” starebbe diventando “una minaccia per la situazione demografica del paese”.

Non dovrebbe sorprendere nessuno il fatto che la Chiesa Ortodossa Russa, attraverso Vladimir Legoyda, presidente del Dipartimento sinodale del Patriarcato di Mosca per i rapporti della Chiesa con la società e i media, si sia espressa a favore del provvedimento, ed ha auspicato che la legge venga modificata in modo da colpire “i social network, che sono il posto dove questa propaganda è più diffusa”.

Russia. Propaganda LGBT 2.0

© foto di Chela B / Unsplash

Dal punto di vista medico, questa legge potrebbe avere degli effetti disastrosi, come fa notare Elizaveta Klyuchikova, trentaquattrenne psicologa, fuggita in Serbia. Quando entrò in vigore la legge attuale, nel 2013,

“le autorità chiusero tutte le risorse online che informavano lə più giovani. Vennero interrotti i servizi di salute mentale, e lə professionistə avevano paura a lavorare con lə minorenni. La legge, poi, rafforzò lo stigma negativo attorno alle persone LGBT, ed ha bloccato ogni possibilità di lavoro degli psicologi verso lə adolescenti. Se soltanto provi a dire ad unə ragazzinə che quello che prova è normale, e se non dici che essere gay o lesbica sia qualcosa di orribile, stai commettendo un reato. Al momento in cui la nuova versione dovesse essere approvata, fare una terapia diventerebbe impossibile dal punto di vista legale. Lə professionistə avrebbero paura di affrontare l’argomento con lə loro pazienti, come accadde con lə più giovani nel 2013”.

Infine, secondo Klyuchikova,

“il coming out è visto come una forma di propaganda, ma non è un atto mirato ad un pubblico: è un atto di consapevolezza. Se a una persona si vieta di dire apertamente di essere gay, allora è inevitabile che questa persona inizi ad avere vergogna del suo orientamento sessuale”.

La legge prende in considerazione tutti i media, dal cinema, alla tv, alla carta stampata, ai servizi via streaming, alla letteratura, ai social network, e questo porta lə cittadinə russə a porsi la domanda su cosa sia esattamente la “propaganda”, fino a dove arrivino i divieti, e cosa si debba evitare per non commettere un crimine.
I classici della letteratura che trattano il tema, per esempio, devono essere censurati? Il deputato Alexander Khinshtein, a suo modo, rassicura chi lavora nel settore dell’editoria:

“la proposta di legge non è un tentativo di censura. Noi non vogliamo vietare che si parli delle persone LGBT come fenomeno, ma nello specifico che si faccia propaganda a questo fenomeno. E propaganda significa trasmettere informazioni e compiere azioni che mirano a far assumere ad altri abitudini sessuali non tradizionali, che venga dato fascino a queste relazioni, o che si possa far passare l’idea che le relazioni tradizionali e non tradizionali siano equivalenti”.

Per Ilona Moteyunayte, professoressa di filologia all’Università di Pskov (città della Russia occidentale, vicina al confine estone), portare alla luce certe differenze è uno dei compiti della letteratura, che

“è sempre stata così: prende in considerazione tutti quei fenomeni che fanno suscitano un interesse. Oggi il mondo è visto come più aperto, più ampio e diverso. La differenza tra le persone in tutti i loro aspetti si evidenzia in ambito culturale”.

Il ministero dell’Istruzione, invece, ha proposto delle linee guida per l’adozione dei libri scolastici. Questi non dovranno avere contenuti

“che neghino il valore della famiglia, che promuovano relazioni sessuali non tradizionali e che possano incoraggiare la mancanza di rispetto verso i genitori”.

L’inasprimento del reato di “propaganda LGBT” potrebbe anche aumentare il flusso delle persone in fuga dalla Russia. Se sono state stimate tra 200.000 e 1 milione le persone che hanno lasciato il paese dopo l’annuncio della mobilitazione militare, lo scorso settembre, quelle che potrebbero cercare di espatriare a seguito dell’approvazione definitiva di questa legge, potrebbero essere ancora di più, vedendosi chiudere anche l’ultimo spiraglio di legalità e di esistenza in un paese dove non potrebbero più neanche esprimere la loro identità per non incorrere in una pesante multa, nella migliore delle ipotesi.

Fa notare una voce dell’opposizione come Meduza (considerata un “agente straniero” in Russia), che la propaganda, se c’è, è quella del governo, e dei media che gli fanno l’eco, sull’argomento. Viene detto che “LGBT” è qualcosa che i “nemici della Russia” vogliono imporre per indebolire il paese, vengono inventate storie come quella che ai bambini britannici sia vietato denunciare i pedofili, e che negli USA sia aumentato di quasi il 600% il numero degli studenti “che non hanno ancora scelto il proprio genere”. Dicono che le parole “genere” (o “gender”, come viene usato spesso, nella sua tradizione inglese, in questi ambienti) ed “LGBT” sono sinonimo di satanismo, e sostengono che è contro questo novello Satana, “che i nostri amici e fratelli stanno combattendo in Ucraina”.

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Alexander Grey / Unsplash

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

 

Russia. Propaganda LGBT 2.0

© foto di Alexander Grey / Unsplash

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