Skip to main content

La situazione al confine tra Turchia e Grecia ricorda le pagine più nere della storia del secolo scorso: migliaia di persone, per la maggior parte in fuga dalla guerra siriana, sono bloccate tra le frontiere aperte dalla Turchia e il muro di violenza con cui la Grecia cerca di impedirgli di accedere al proprio territorio. Migliaia di persone, tra cui moltissimi bambini, sono senza acqua e senza cibo, senza un riparo, in mezzo ai gas lacrimogeni lanciati dagli agenti inviati da Atene. Sono in ostaggio dei giochi del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che le usa per fare pressioni sull’UE, e dei governi europei, che vorrebbero continuare a ignorare i propri doveri umanitari e a esternalizzare verso regimi illiberali la “gestione” (leggi: repressione) di chi avrebbe diritto all’asilo.

La situazione è gravissima anche sulle isole greche, come testimoniano le cronache quotidiane della nostra volontaria Elena De Piccoli da Chios, dove sta lavorando per Stay Human in un progetto di volontariato a favore dei rifugiati. Le minacce e le violenze dei gruppi di estrema destra apertamente fascisti sono sempre più gravi e a Chios sono sfociate nell’incendio che ha distrutto la palazzina dove si raccoglievano i vestiti e le scarpe donate ai profughi (per ripartire, è stata lanciata un’importante raccolta fondi tramite PayPal). Per dare visibilità alle atrocità in corso sull’isola è stato lanciata anche un appello: si chiede di pubblicare sui propri profili social un selfie o una foto significativa in cui compaia l’hashtag #conidirittiumani.

Leggi anche: Movimento LGBT, critica alle élite e pericolo populista

Razzismo e bombardamenti

Purtroppo, però, persino nel movimento LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) non tutti si schierano dalla parte dei diritti: nei Paesi Bassi è scoppiato un enorme scandalo dopo un’intervista radiofonica a Frits Huffnagel, presidente della Stichting Amsterdam Gay Pride (Fondazione Amsterdam Gay Pride) e membro del Volkspartij voor Vrijheid en Democratie (Partito popolare per la libertà e la democrazia; VVD). Il militante gay ha detto che le persone al confine tra Turchia e Grecia “non dovrebbero venire qua” perché “vediamo un bambino e pensiamo che sia una cosa triste, ma non vediamo il padre che gli sta dietro e che forse ha commesso crimini di guerra o la madre sullo sfondo che lo ha aiutato a commetterli“.

pinkwashing aerei bombe arcobalenoCome se non bastassero queste frasi rivoltanti e razziste, Huffnagel ha deciso di scrivere sull’argomento un tweet persino più disgustoso: “I bombardamenti non stanno avvenendo senza una ragione“. Il messaggio è talmente assurdo e inaccettabile che merita di essere esplicitato: per il presidente della fondazione dell’Amsterdam Pride le migliaia di civili di Idlib, la città devastata nel nord della Siria, meritano di morire sotto il bombardamento di uno dei regimi più mortali del pianeta.

Leggi anche: “Ecco come l’estrema destra conquista gli elettori gay”

Semplici opinioni personali?

Queste prese di posizione hanno spinto centinaia di attivisti e di organizzazioni LGBTQIA, tra cui anche la nostra associazione di volontariato Il Grande Colibrì, a sottoscrivere una lettera per chiedere alla Stichting Amsterdam Gay Pride di “costringere il suo presidente a dimettersi e di impegnarsi per istituire un consiglio direttivo più inclusivo che non accetti razzismo, xenofobia e islamofobia“. Le parole di Huffnagel, tra l’altro, non vanno solamente contro lo spirito di un movimento per i diritti umani, ma violano anche le regole formali che la fondazione si è data e che ha deciso di ignorare.

Incredibilmente infatti, mentre Huffnagel ha ribadito le sue posizioni e si è scusato solo per aver infastidito qualcuno, la Stichting Amsterdam Gay Pride se n’è lavata completamente le mani, limitandosi a spiegare che ognuno è libero di avere le proprie opinioni personali e che “la nostra organizzazione non farà mai dichiarazioni politiche su questioni generali e non ha un’opinione sui rifugiati LGBTI in particolare o sui rifugiati in generale“. A questo punto l’organizzazione LGBTQIA neerlandese COC, la più antica associazione omosessuale del mondo, ha deciso di sospendere ogni rapporto con il Pride. L’ondata dell’estrema destra che sta investendo anche il movimento arcobaleno impone sempre più di scegliere da che parte stare.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da pxfuel (CC0) / da ClipartWiki (CC0)

Leave a Reply