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Mi sono inginocchiato e ho chiesto la mano dell’amore della mia vita due settimane fa. Ha detto di sì. Ci sposeremo in Sudafrica all’inizio del prossimo anno. Sono profondamente emozionato che lui abbia accettato di trascorrere il resto della sua vita con me”: questo il tweet dello scrittore Binyavanga Wainaina che ha annunciato il 2 maggio il matrimonio con il suo compagno nigeriano.

Dal web sono arrivate molte congratulazioni, accanto a numerosi commenti di odio, soprattutto sotto al post sopracitato: “Come può un uomo sposare un uomo? C’è qualcosa di sbagliato. Dio ci ha fatto uomini e donne, che Dio possa aiutarti“.

Uno scrittore gay contro i tabù

Nato in Kenya, Binyavanga Wainaina è scrittore e giornalista, ha vinto numerosi premi (come il Premio Caine per la scrittura africana, nel 2014) ed è stato incluso nella lista delle “100 persone più influenti al mondo” stilata dalla rivista Time. Tra i suoi articoli più importanti troviamo sicuramente “Sono omosessuale, mamma”, una lettera aperta alla madre deceduta in cui esprime le difficoltà e il dolore di essere una persona omosessuale non dichiarata.

Oltre all’attivismo per i diritti omosessuali, l’autore si batte anche per l’abbattimento dei pregiudizi contro le persone sieropositive, dopo aver annunciato di essere positivo all’HIV nel 2016.

Le persone della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) come l’autore keniota, purtroppo, sono vittime di una società fortemente conservatrice: in Kenya le pratiche sessuali tra due uomini vengono considerate un crimine e ogni tematica legata al mondo omosessuale e transgender è percepita come un tabù ripugnante e contrario ai valori morali della società.

Elisa Zanoni
©2018 Il Grande Colibrì

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