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Le notizie di questa settimana:
1. Siria e Russia, il mistero della visita di Assad a Putin
2. Egitto, l’astensionismo alle stelle è uno schiaffo a Sisi
3. India, i musulmani perseguitati hanno un nuovo leader
4. Corti islamiche nel Regno Unito, il piano del governo
5. Nigeria, come deradicalizzare gli adepti di Boko Haram

Siria e Russia, il mistero della visita di Assad a Putin
Il presidente siriano Bashar Al-Assad è volato a Mosca per parlare con Vladimir Putin, in un incontro che ha sorpreso il mondo e che rimane avvolto nel mistero. Giornali russi come izvestia.ru rimangono sul vago e sull’ovvio: si è parlato di lotta al terrorismo e di operazioni militari. Il libanese lorientlejour.com, invece, fa tre ipotesi: “La Russia ha voluto ricordare a tutti che il presidente siriano è un suo uomo e che non lo abbandonerà mai; oppure ha voluto mostrare che il destino del presidente siriano ormai dipende dalla sua buona volontà e che è pronta a venderlo; oppure Assad non è stato convocato al Cremlino, ma ha chiesto di essere ricevuto. Perché? Forse Assad è venuto a reclamare qualcosa?“. Intanto lenta.ru nota un particolare interessante: il portavoce di Putin si è rifiutato di rispondere ai giornalisti che gli chiedevano notizie sul futuro di Assad come capo dello stato siriano…

Egitto, l’astensionismo alle stelle è uno schiaffo a Sisi
Per la prima fase delle prime elezioni legislative egiziane dopo il colpo di stato che nel 2012 ha deposto il governo dei Fratelli musulmani e portato al regime militare di Abd Al-Fattah Al-Sisi, il governo ha mobilitato 185mila soldati: “Gli elettori, invece, sono rimasti a casa” ironizza alaraby.co.uk. La coalizione “Per amore dell’Egitto”, vicina a Sisi, infatti ha poco da festeggiare, nonostante abbia vinto tutti i 60 seggi sinora assegnati: solo i 26,6% degli aventi diritti si è recato alle urne [reuters.com]. Dal momento che tutte le forze di opposizione sono state escluse dalle elezioni, solo il dato dell’affluenza poteva legittimare, anche se ben poco democraticamente, il potere al governo. E il deserto davanti alle urne segna una pesante sconfitta per Sisi. Non ha funzionato neppure la partecipazione come finta opposizione del partito salafita Nour [madamasr.com].

India, i musulmani perseguitati hanno un nuovo leader
La carne bovina è al centro di violente campagne anti-islamiche organizzate da gruppi non solo buddisti, come in Birmania [ilgrandecolibri.com], ma anche induisti: in India un musulmano è stato linciato dalla folla per il sospetto di aver mangiato carne di mucca ed il settimanale Panchjanya, vicino al governo, ha giustificato l’omicidio [indianexpress.com]. In un paese dove la maggioranza integralista vuole imporre la purezza induista con scelte inquietanti [economictimes.indiatimes.com] e dove l’opposizione laica sembra difendere la minoranza musulmana solo a parole, sta ottenendo successo il Consiglio dell’unione dei musulmani di tutta l’India (AIMIM), partito guidato dal carismatico Asaduddin Owaisi, che, mentre difende i diritti della minoranza musulmana, attacca il fondamentalismo e lotta per sostenere il diritto allo studio delle bambine [hindustantimes.com].

Corti islamiche nel Regno Unito, il piano del governo
Il governo britannico ha pubblicato un documento per illustrare la propria strategia contro l’estremismo [gov.uk]: tra le azioni previste anche un “esame indipendente per capire fino a che punto la sharia sia usata in modo improprio o applicata in modo incompatibile con la legge“. Nel Regno Unito, infatti, hanno fatto scalpore le denunce del sito equalandfree.org, appoggiato anche dal Consiglio consultivo delle donne musulmane: alcuni tribunali islamici non riconosciuti dalla legge prendono decisioni che discriminano le donne nella suddivisione delle eredità o nella custodia dei figli, che permettono agli uomini di divorziare senza garanzie per le mogli o che non condannano la violenza domestica.

Nigeria, come deradicalizzare gli adepti di Boko Haram
La Nigeria ha sviluppato un programma speciale nelle prigioni con un obiettivo ambizioso: far abbandonare le posizioni estremiste ai membri della setta terrorista Boko Haram. Il programma prevede il confronto con un gruppo di imam moderati, anche se, come nota Wahaab Akorede, lo psicologo che segue i militanti in carcere, l’adesione a Boko Haram è questione non tanto di religione, ma quanto di alienazione: il gruppo attrae uomini poveri, emarginati, senza educazione e prospettive [irinnews.org].

 

Pier
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