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“I richiedenti asilo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) fuggiti da contesti di intimidazione e di molestie omofobe nel proprio paese di origine affrontano abusi simili a Ceuta, tanto nel centro di accoglienza quanto per strada” denuncia Human Rights Watch (HRW) attraverso la sua direttrice associata per l’Europa e l’Asia Centrale Judith Sunderland. Ceuta è una enclave spagnola in territorio marocchino, in cui tentano di entrare molti migranti e rifugiati da tutta l’Africa per mettere piede sul territorio dell’Unione Europea e presentare domanda d’asilo. Per accedere a Ceuta devono scavalcare recinzioni alte sei metri o affrontare il mare, con la polizia spagnola che utilizza metodi particolarmente violenti per respingerli.

Secondo le denunce raccolte da HRW, i richiedenti asilo omosessuali subirebbero discriminazioni, minacce e violenze da parte degli abitanti e degli altri ospiti del Centro de Estancia Temporal de Inmigrantes (Centro di soggiorno temporaneo di immigrati; CETI) nell’indifferenza dei responsabili e delle autorità. Ahmed, un ragazzo gay marocchino di 29 anni, per esempio racconta: “Mi insultano, mi chiamano frocio. Mi dicono che mi pesteranno se mi vedono fuori dal centro. Devo scappare dai loro attacchi. Una volta, a novembre o dicembre, un algerino mi ha picchiato. Mi ha detto: ‘Frocio, ti ammazzo’. L’altro ieri ero con un amico, è arrivato un algerino e mi ha cacciato dalla camera, dicendo: ‘Ehi, frocio, fuori di qui'”.

“Qui le cose vanno molto male – conferma Francisco, marocchino di 30 anni – Sono disperato: Ceuta mi sembra uguale al Marocco. Una volta stavo in spiaggia, un ragazzo un po’ più grande di me mi ha offerto un burrito. Gli ho detto di no. Voleva abusare di me, ma io non volevo, allora lui mi ha tirato un sasso e mi ha dato un pugno. Sono andato dalla polizia e all’inizio si sono rifiutati di prendere la mia denuncia. Non hanno fatto nulla, continuo a vederlo sempre lì…”.

Nel centro di accoglienza di Ceuta ci sono attualmente circa 70 persone e 10 di loro hanno fatto richiesta di asilo perché perseguitate nel paese di origine a causa del loro orientamento sessuale. HRW chiede che i richiedenti LGBT siano trasferiti nella penisola iberica per garantire condizioni di maggiore rispetto e protezione.

Centri per richiedenti asilo LGBT: privilegio o protezione?

La situazione per le minoranze sessuali nei centri di accoglienza è spesso simile a quella riscontrata a Ceuta. Proprio per questo Il Grande Colibrì aveva spiegato, attraverso la testimonianza diretta della nostra attivista Amani, l’importanza di creare programmi e strutture tenendo conto dei bisogni particolari dei richiedenti LGBT. HRW aggiunge altri suggerimenti: assegnare camere singole, per evitare la convivenza con persone omofobe; avere centri più piccoli e meglio gestiti; prevedere una formazione specifica per gli operatori delle strutture; facilitare l’incontro tra i richiedenti asilo e le associazioni LGBT.

Come scriveva Amani, “questo non deve sembrare un lusso o un trattamento speciale per gli omosessuali, ma è un diritto e anche una protezione, perché in questo modo non saranno esposti di nuovo a quello a cui sono stati sottoposti nel loro paese, dal quale sono dovuti fuggire”.

 

Pier
©2017 Il Grande Colibrì

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