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Avevo 15 anni quando aprii per la prima volta il sito de Il Grande Colibrì, non senza timore che qualcuno mi potesse scoprire, soprattutto che i miei genitori mi potessero scoprire. Ma era una paura vana, visto che sono analfabeti e anche loro, come i bambini, imparano per immagini.

Come tutti i quindicenni avevo le mie ragioni, le mie guerre e un assoluto desiderio di ricerca e di confronto. Ero uno dei tanti figli della seconda generazione, che sapeva poco del suo Marocco, ma abbastanza da comprendere l’incompatibilità della mia sessualità con una certa società.

Ho iniziato la mia educazione da lettore leggendo ”Ragazzi che amano ragazzi” di Piergiorgio Paterlini, ma per quanto possa essere stato importante per me – e lo è stato –  non mi sentivo completamente rappresentato perché erano storie solo di ragazzi italiani, lontani, per alcuni versi, da quello che andavo cercando. Sentivo ancora il bisogno di avere dell’altro. Volevo delle risposte. Mi sentivo come un orientale che si cerca in un paese straniero.

Un curioso come me, che andava in paranoia perché non sapeva nemmeno cancellare la cronologia dei porno, trovava per caso Il Grande Colibrì. Questo piccolo angolo del web diventava sempre più familiare e umano. Ero rimasto a digiuno per troppo tempo e man mano che gli anni passavano la mia fame non diminuiva e acquistavo presenza nel mondo. Avevo trovato la mia El Dorado? Mi sentivo quasi dentro. Solo qualche anno dopo sarei entrato finalmente in questo mondo e in questo amore. Negli anni a seguire il Colibrì mi ha permesso di conoscere i miei eroi letterari, come Abdellah Taia, il primo scrittore arabo apertamente omosessuale, Rachid O. e per ultimo Saleem Haddad.

Le stagioni passavano e quel piccolo seme era diventato una piccola pianta, grata per tutto quel sole, quell’acqua e per tutta quella cura particolare ricevuta negli anni senza avere nulla in cambio.

Mi sento il frutto di questo blog, che è stato per me un mezzo per evolvermi, per costruirmi nel dubbio e un modo per conoscere maggiormente il mondo LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali) e quello arabo, che ora mi appresto a studiare all’università. Perciò mi sento grato ed entusiasta per essere entrato a far parte della famiglia de Il Grande Colibrì e di poter dare nuova linfa vitale, assieme a molti altri che hanno permesso la rinascita del nuovo sito.

È importante che Il Grande Colibrì ritorni, non solo per me, ma per tutti. E non perché è l’unico spazio in Italia dedicato alla comunità LGBTQI araba e del mondo, ma perché qui puoi trovare risposte e porti domande.

Spero che il mio contributo possa essere pari a quello che negli anni il Colibrì mi ha dato e spero di poter arrivare al lettore. Per quanto mi riguarda, se mi guardo indietro, un po’ mi diverte l’immagine di me che legge velocemente e di nascosto gli articoli, con l’assoluta parsimonia a non condividere nulla che potesse in qualche modo compromettermi. E ora sono qui che me la rido, completamente dentro e compromesso.

 

Anes
©2016 Il Grande Colibrì

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