Skip to main content

La notizia del rigetto, da parte della corte costituzionale, della legge anti-gay approvata in Uganda lo scorso febbraio (ilgrandecolibri.com) avrà probabilmente poco impatto per le persone LGBT del paese, dato che i motori per approvarne una nuova, con cambiamenti probabilmente poco significativi, si stanno già scaldando. Ma intanto sta avvenendo qualcosa di paradossale. A fronte delle dichiarazioni della presidente del parlamento Rebecca Kadaga (nella foto) che in un’intervista a Red Pepper (redpepper.com) ha spiegato che la bocciatura dei giudici è legata a fattori tecnici e ha annunciato la prossima riproposizione della legge perché ci sono già le firme necessarie da parte di un consistente numero di deputati, lo stesso tabloid denuncia un complotto omosessuale: i gay dichiarano di avere in pugno il parlamento e promettono di volerne uccidere la presidente (76crimes.com).

Se non fosse per lo scopo strategico del giornale, che si ripromette chiaramente di fomentare l’odio omofobico, verrebbe da sorridere. Ma questo tabloid si è già reso responsabile di crimini d’odio contro le persone LGBT pubblicando in passato e ancora nello scorso marzo (all’indomani della promulgazione della legge) decine di volti e nomi di persone dichiaratamente gay o sospettate di esserlo (76crimes.com) e anche, nel dicembre 2012, con una copertina dedicata ai rapporti sessuali gay tra un giocatore e un allenatore di una squadra di calcio (ilgrandecolibri.com).

Ma che scopo ha la campagna del giornale se la situazione è quella descritta dalla presidente del parlamento? In realtà, se è vero che la bocciatura della legge da parte della corte è stata tecnica, è pur vero che le pressioni esterne dai paesi occidentali non sono mai mancate e che già nello scorso gennaio sembrava che il presidente Yoweri Museveni sarebbe stato sul punto di non promulgarla (ilgrandecolibri.com). Infatti oggi è proprio lui a mettere in guardia il parlamento da una pura e semplice riapprovazione della norma (newvision.com), proponendo di modificare in modo meno punitivo la disposizione che colpisce il sesso gay tra adulti consenzienti (aljazeera.com).

Il parlamentare Medard Bitekyerezo vuole però a tutti i costi proteggere gli ugandesi “pur senza scontentare i nostri amici occidentali“, e in un’intervista a allafrica.com tenta di creare ambiguamente una sovrapposizione tra omosessualità e pedofilia, invocando la priorità di salvaguardare i bambini, specie ora che “di omosessualità si vuole parlare anche nelle scuole“. Per gli adulti invece Bitekyerezo propone cure mediche per quella che considera, parlando “sia come politico che come medico“, una grave malattia.

Museveni, che è evidentemente preoccupato delle sanzioni che hanno colpito il paese dopo la legge anti-gay, chiede quantomeno ai parlamentari di non farsi consigliare dalla fretta e dall’emotività (ap.com), capendo peraltro di essere finito in un vicolo da cui sarà difficile uscire se non destreggiandosi abilmente.

La sua rielezione nel 2016 infatti potrebbe diventare a rischio se la legge non fosse riapprovata e lui non riuscisse a cavalcare l’omofobia che nel paese è estremamente popolare, anche perché la vicenda apparirebbe come una sottomissione alle pressioni dei paesi occidentali. Ma anche una nuova approvazione in fotocopia, con la conferma delle sanzioni internazionali, potrebbe mettere a rischio la salute economica di un paese non certo ricco e senza le risorse della Nigeria (che infatti, pur avendo adottato norme simili, ha ricevuto semplici richiami e non sanzioni vere e proprie), finendo col danneggiare la sua campagna elettorale.

Per questo il presidente Museveni, pur cercando di allontanare la nuova approvazione della legge (mg.co.za), nega recisamente che le sue parole siano dettate dai governi occidentali, di cui avrebbe subito l’influenza. Ma è contraddetto con forza dal pastore Martin Ssempa, noto attivista anti-gay, che chiede un’inchiesta parlamentare e un giudizio della corte suprema, facendo notare che la revoca della legge è avvenuta proprio la settimana prima del viaggio di Museveni a Washington (buzzfeed.com).

Comunque vadano le cose, con contenuto entusiasmo, la comunità LGBT ugandese celebra la cancellazione della legge (“Torniamo ad essere legali“, ha detto l’attivista Frank Mugisha) e le spaccature del fronte omofobico.

 

Michele
Copyright©2014ilgrandecolibri.com

Leave a Reply