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Con l’arrivo delle marce dei pride, e la presenza, in molte di esse, di sponsor più o meno importanti, si riapre il dibattito sull’etica delle sponsorizzazioni alle iniziative del mondo LGBTQIA+.

Secondo lo studio “Corporate Accountability Project” effettuato lo scorso mese di maggio dal think tank progressista americano “Data For Progress”, ci sono alcune aziende, tra quelle che finanziano i pride e le attività del mondo LGBTQIA+, che hanno dato sostanziosi contributi anche a personalità della politica note per le proprie prese di posizione decisamente ostili ai provvedimenti più inclusivi, e che si sono rese responsabili di politiche o dichiarazioni discriminatorie.

Un esempio è quello di Toyota, sponsor del pride di Los Angeles, che ha donato 601.500 dollari, negli ultimi anni, a esponenti come il governatore del Texas Greg Abbott, al quale è stata destinata una larga parte di quella cifra (circa 590.000 dollari).
Abbott, nella sua carriera di procuratore generale prima e di governatore poi, non ha sicuramente nascosto le sue posizioni omotransfobiche durante gli anni, dall’opposizione al matrimonio egualitario, al cercare di ridurre i diritti delle coppie dello stesso sesso anche dopo la sentenza della Corte Suprema federale del 2015. Nel 2022 ha chiesto esplicitamente alle autorità statali di considerare le somministrazioni di ormoni o i bloccanti della pubertà per lə giovani transgender come un abuso nei confronti di minori.

Gregory Wayne Abbott, foto © Wikipedia

Ciò nonostante, Abbott ha ricevuto donazioni a cinque o sei cifre anche da entità come AT&T, sponsor del pride di Miami, e da General Motors, anche essa attiva nel supporto di iniziative della comunità LGBTQIA+. Queste due aziende sono inoltre firmatarie del manifesto di “Human Rights Campaign” (Business Statement on Anti-LGBTQ State Legislation), per contrastare le leggi discriminatorie nei confronti delle persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).

Altre grandi aziende che sponsorizzano i pride americani (come Comcast, Amazon o FedEx per citarne alcune) risultano tra i finanziatori di svariati membri dei parlamenti statali che hanno promosso leggi o posizioni politiche omotransfobiche.

Foto © motor1.com

Per quello che riguarda i finanziamenti che ricadono sotto il marchio Toyota, unə portavoce dell’azienda ha dichiarato al sito specializzato di motori motor1.com che “Toyota Motor North America è responsabile solo(!) di una donazione di 5.000 dollari al governatore texano. La parte restante è stata fatta da compagnie che non hanno legami finanziari con la nostra, né possiamo in alcun modo influenzare le loro scelte politiche”, riferendosi soprattutto a Toyota Gulf States Inc., uno dei più grandi distributori indipendenti di auto Toyota del paese, che ha fatto larga parte delle donazioni ad Abbott.

McKenzie Wilson, direttrice della comunicazione di Data for Progress afferma invece che si tratta di un modo di operare noto per le grandi multinazionali:

“queste aziende usano un sistema di filiali statali e marchi esterni per nascondere i propri finanziamenti alla politica o aggirare i limiti di spesa che possono essere presenti”.

È stata più pragmatica la risposta di General Motors, che “sostiene i candidati di entrambi i partiti a livello statale e federale, che supportino i lavoratori americani ed una forte industria automobilistica nazionale”, ricordando che “GM supporta la comunità LGBTQ nelle proprie politiche aziendali”.

 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Victoria Feliniak da Unsplash

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

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