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USA, tre lesbiche nere pestano un gay bianco: è omofobia?
1° marzo, la comunità LGBTQ* allo sciopero degli stranieri
Jameela, la nonna trans che insegna il Corano in Pakistan

MONDO L’ultimo attacco di Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, contro i gay (Il grande colibrì) sta sortendo effetti nefasti: i presidenti della commissione costituente, impegnata a scrivere una bozza di nuova carta fondamentale per il paese africano, hanno annunciato che nessuna norma riconoscerà, direttamente o indirettamente, i diritti LGBTQ*. “La nuova costituzione sarà costruita sul nostro passato e sulle nostre tradizioni. L’omosessualità è un concetto estraneo. La nostra cultura, la nostra tradizione e la nostra mentalità, sempre più cristiana, non ci permettono di legalizzare l’omosessualità e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Per questo l’omosessualità è e rimarrà illegale” ha detto anche Edward Mkhosi, esponente del Movimento per il Cambiamento Democratico (The Zimbabwe Mail), partito di opposizione a Mugabe capeggiato da quel Morgan Tsvangirai che ancora ad ottobre si dichiarava favorevole ai diritti LGBTQ* (Il grande colibrì). Parole al vento in un paese dove l’omofobia già trionfante continua ad avanzare a passo di marcia e dove anche gli spiragli di speranza si chiudono: il candidato dello Zimbabwe a Mister Gay World, dopo aver fatto tanto parlare di sé, si è ritirato dalla gara. Intanto un altro candidato, quello dell’Etiopia, è dovuto fuggire dal suo paese e chiederà asilo politico (Gay Star News).

CRONACA E’ bianco, invece, il giovane preso a calci e pugni, fino alla rottura del naso, da tre ragazze nere in una stazione di Boston. La violenza, seguita ad un diverbio per futili motivi, sarebbe stata condita da insulti omofobici, in risposta alle provocazioni razziste dell’aggredito, e proprio per questo si è subito pensato ad un crimine d’odio. Ma, individuate le ragazze, ecco la sorpresa: sono tutte e tre lesbiche. E’ davvero omofobia, allora? Sì, risponde l’ACLU (Unione Americana per le Libertà Civili): “Un ebreo può essere antisemita. Il semplice fatto di essere membro di una stessa categoria non significa che non si possa essere spinti dall’odio per il proprio stesso gruppo”. No, sostengono avvocati e genitori delle ragazze, semplicemente “non è possibile” che delle lesbiche odino i gay. Qualcuno, come l’avvocato Silverglate, si spinge più in là, accusando di “idiozia” le aggravanti legate ai crimini d’odio: “Se si picchia qualcuno, si è colpevoli di aggressione e percosse di un essere umano. Punto” (Boston Herald). Intanto il tenore dei commenti, su alcuni forum, è questo: “Lesbiche nere? La metà fanno parte di gang”.

MOVIMENTO Se la vicenda di Boston sta facendo interrogare gli Stati Uniti su omofobia e razzismo all’interno della comunità LGBTQ* ed in Francia si discute delle tesi di Didier Lestrade, intervistato da Il grande colibrì, in Italia questi temi faticano ad emergere. E’ per questo fondamentale, per difendere i diritti di tutti (e in questi “tutti” ci siamo sempre anche noi…), che anche la comunità rainbow partecipi numerosa ed entusiasta, tanto quanto avviene per i Pride, alle iniziative legate allo “sciopero degli stranieri” di domani 1° marzo. Perché è giusto proclamarci, come scrivono gli organizzatori, “estranei al clima di razzismo che avvelena l’Italia del presente”. Gli eventi in programma, come dimostra il lungo elenco pubblicato dal blog Primo marzo 2012, sono davvero tanti, in tutto il paese. Il colore caratteristico delle manifestazioni sarà il giallo, il documento simbolo sarà il copri-passaporto scaricabile dal sito.

MOI Nel suo quartiere, a Sukkur, nel Sindh (Pakistan), la chiamano tutti Nani Jameela (nonna Jameela). La stimano, la rispettano e le affidano i figli perché è la migliore insegnante di Corano della zona. Ormai settantenne, Jameela ha avuto, nel corso degli ultimi quarant’anni, quasi 500 studenti. Un piccolo dettaglio: Jameela è transgender e questo fatto non sembra avere alcuna rilevanza per i suoi concittadini, che anzi si prendono cura di lei, la omaggiano con cibi e vestiti, svolgono per lei i lavori domestici. Questa bella storia, raccontata da The Express Tribune, rappresenta purtroppo ancora un’eccezione in un paese dove quasi tutte le persone intersessuali e transessuali riescono a fare solo le ballerine o le prostitute (figure che in Pakistan tendono a coincidere), ma in cui, per fortuna, il governo sta facendo enormi passi nel riconoscimento dei diritti di queste persone (Il grande colibrì – – segui MOI Musulmani Omosessuali in Italia)

In breve:
1) Non c’è veramente limite alla grettezza intollerante, specie quando essa vuole farsi passare per credenza religiosa: negli Stati Uniti un prete, padre Marcel Guarnizo, ha abbandonato il funerale di una donna dopo aver negato alla figlia della defunta la comunione, poiché la giovane è lesbica (Addicting Info).
2) Su Pakistan Today un articolo di sorprendente sarcasmo sulle organizzazioni anti-gay e sulla recente lettera dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica al Consiglio per i diritti umani dell’ONU (iGC), mettendo a nudo l’ignoranza e la pochezza intellettuale, spirituale e politica degli omofobi in Pakistan.
3) Proprio mentre l’Australia discute se introdurre o meno i matrimoni gay, arriva nel paese la studiosa statunitense Lee Badgett con la sua teoria: le nozze omosessuali possono rilanciare l’economia e sconfiggere la crisi (Gay News Network). Il dio Denaro sarà più convincente della dea Giustizia?
4) Davide Betti, responsabile piemontese di GayLib, associazione LGBTQ* di centro-destra, è stato allontanato dal congresso del PdL. Omofobia, come lascia intendere GayLib, o comportamento scorretto ed arrogante dello stesso Betti, come dichiara l’onorevole Agostino Ghiglia a Però Torino?
5) Ex soldato israeliano e pornoattore, Dror Barak, in arte Roman Ragazzi, si è suicidato a 38 anni, per motivi sconosciuti. “Era probabilmente l’uomo più caldo che abbia mai diretto – un uomo massiccio di pura bellezza, intelligenza e gentilezza” ha detto il capo di Raging Stallion, Chris Ward (Out).

 

Pier
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