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Paradossalmente alimentata da fiumi di denaro occidentale, una delle teorie complottiste più diffuse in Africa accusa l’Occidente di voler diffondere l’omosessualità nel continente per distruggerne l’identità religiosa, culturale e sociale. In questo piano diabolico, secondo vari gruppi cristiani del Ghana, rientrerebbe anche il futuro programma del governo e delle Nazioni Unite per insegnare educazione sessuale nelle scuole primarie del paese. Moses Foh-Amoaning, responsabile della National Coalition for Proper Human Sexual Rights and Family Values (Coalizione nazionale per i corretti diritti umani sessuali e per i valori familiari), ha tuonato in radio: “Hanno un piano, una strategia: visto che hanno notato come in Africa abbiamo una cultura e una religione solide, vogliono usare l’educazione. L’educazione è forte perché, se conquisti le anime, puoi conquistare anche i cuori“.

Il programma educativo, spiegano dal governo ghanese, vuole semplicemente “promuovere atteggiamenti positivi, apertura di spirito, rispetto di sé stessi e degli altri, atteggiamenti sani e senso di responsabilità nelle questioni di salute sessuale e riproduttiva“, senza mai affrontare le tematiche LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali). Al massimo, spiega Niyi Ojuolape, “parliamo del diritto di ogni individuo a determinare ciò che vuole fare“. Quest’ultimo tema sarebbe positivo anche per le minoranze sessuali, ma in nessun caso può essere confuso con una qualsiasi forma di una fantomatica “propaganda gay”.

L’arma del “gender”

In realtà la vera “strategia”, accuratamente pianificata a livello globale e altrettanto accuratamente adattata ai diversi contesti locali, è quello dei movimenti “anti gender”: le campagne omofobe basate sul terrore nei confronti dei matrimoni omosessuali hanno avuto enorme successo nel mondo ex sovietico, ma non hanno prodotto i risultati sperati in Africa e in altre aree del mondo. Il nuovo spauracchio delle scuole che “insegnano il gender sembra molto più efficace, perché strumentalizza i bambini, risvegliando più facilmente la paura e bloccando una riflessione razionale sulle assurdità raccontate dai fondamentalisti religiosi.

Come in molti altri paesi africani, anche in Ghana la legge che condanna a 3 anni di carcere la “conoscenza carnale innaturale” è stata imposta dal colonialismo britannico. Intanto le chiese cristiane fondamentaliste statunitensi finanziano pastori e predicatori omofobi come Moses Foh-Amoaning, che è anche il principale paladino ghanese delle terapie riparative, una forma di tortura fisica e psicologica che promette di “guarire” l’omosessualità. Nonostante questo, assistiamo a un evidente paradosso: i leader omofobi, pagati e formati da realtà occidentali, come mostrano esplicitamente nei loro profili sui social media, si proclamano difensori di una africanità ridotta a leggi imposte da colonialisti occidentali e “terapie” inventate da pseudo-scienziati occidentali!

Intanto alcuni attivisti locali cercano di riscoprire le radici culturali tolleranti del continente e di contrastare ignoranza e pregiudizio. Tra loro c’è Wendy Isaack, di Human Rights Watch (Osservatorio sui diritti umani; HRW), che spiega come per la comunità LGBTQIA locale la priorità non sia solo la decriminalizzazione dell’omosessualità, ma anche politiche di tutela dalla violenza e dalla discriminazione. In Ghana relativamente poche persone sono perseguite per legge a causa del proprio orientamento sessuale, ma molte subiscono aggressioni e non ricevono nessun aiuto dalle forze dell’ordine. Purtroppo per ora sembra impossibile che la politica si muova a favore delle minoranze del paese, anzi alcuni politici invocano addirittura pene più severe.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da USAID in Africa (CC0)

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