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Le associazioni per i diritti umani lo dicono da tempo: la già difficile situazione dei diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali) in Ghana continua a peggiorare. Le storie di persone cacciate di casa o dal lavoro, discriminate, picchiate o violentate solo perché non eterosessuali sono purtroppo quotidiane.

In trappola

E così l’ultimo episodio riportato da Human Rights Defender Ghana, anche in tutta la sua brutalità, non ha nulla di sorprendente. Un gruppo di malviventi ha attirato in un appartamento di Accra, con appuntamenti presi su un’app di incontro, un uomo dopo l’altro. Al loro arrivo, queste persone sono state rapinate, poi sono state costrette a spogliarsi nude e rinchiuse in un bagno.

Quando la gang ha raccolto un numero sufficiente di vittime, le ha costrette a baciarsi e accarezzarsi, scattando foto e girando video che poi ha caricato online per ricattarle. La storia può sembrare assurda, e invece si tratta di un crimine abbastanza frequente in Ghana, come avevamo spiegato quando era diventata virale la foto di un rapporto sessuale simulato da due uomini sotto minaccia.

La denuncia

Questa volta, però, le vittime del ricatto hanno deciso di rivolgersi alla polizia che, per fortuna, ha arrestato due malfattori. La denuncia di questi episodi è tutt’altro che scontata, perché a volte sono le vittime stesse a finire nei guai: gli agenti, infatti, possono denunciarle per “sodomia” o ricattarle a loro volta.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da pngimg (CC BY-NC 4.0)

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