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Il ministro degli interni polacco, Joachim Brudziński, ha dichiarato domenica scorsa, tramite Twitter, che chiunque sventoli una bandiera con l’aquila polacca dipinta con i colori dell’arcobaleno, verrà denunciato per avere offeso un simbolo nazionale. Il tweet di Brudziński è arrivato dopo che alcune persone gli avevano fatto notare che la polizia non aveva agito contro alcuni manifestanti che nei giorni precedenti avevano bandiere di questo tipo al pride di Częstochowa disperso dalla polizia.

Nonostante il ministro abbia scritto nel suo tweet che la polizia sarebbe intervenuta, non ci sono ancora notizie di denunce per questo tipo di reato: in Polonia, i simboli nazionali sono protetti dalle legge e chiunque distrugga, danneggi o semplicemente rimuova un simbolo nazionale rischia una pena che va da una multa fino a un anno di galera.

Una società sempre più tollerante

Nonostante l’opposizione del governo nazionale, la società polacca sta diventando sempre più tollerante nei confronti della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali). Secondo quanto emerge da alcuni sondaggi, la maggioranza dei polacchi vedrebbe con favore la decisione della Corte di giustizia europea dello scorso mese sul riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, cosa che è vietata dalla costituzione polacca.

Si deve considerare che uno dei leader dell’opposizione, e probabile candidato alla presidenza, Robert Biedroń, sindaco di Słupsk, è apertamente gay e che nelle maggiori città polacche negli ultimi dieci anni è sorta una comunità molto attiva.

Alessandro Garzi
©2018 Il Grande Colibrì
foto: Twitter

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