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Benny ha festeggiato il suo primo compleanno in Italia, anche se sbarcato più di quattro anni fa. Prima aveva poco da festeggiare. La sua esperienza da richiedente asilo non è stata facile. Dopo solo sei mesi in Italia, e proprio a cavallo del suo compleanno, era stato allontanato dal sistema di accoglienza e si era ritrovato in strada, senza documenti e senza conoscere la lingua, così aveva provato ad andare a fare una richiesta d’asilo in Germania. Però, dopo circa un anno, gli hanno detto che non era possibile e lo hanno rimandato in Italia. A quel punto noi lo abbiamo intercettato, su una app di incontri, e abbiamo cercato di aiutarlo a riaprire la sua richiesta d’asilo in Italia.

Però era sempre a rischio di finire in strada, e quando è arrivata la pandemia e lui si trovava ospite di un dormitorio pubblico (proprio in un paesino nell’epicentro della prima ondata), la situazione è precipitata. Così ci siamo detti che dovevamo provare a fare qualcosa di più. Dal giugno del 2020 un nostro volontario lo ha accolto a casa sua, lo abbiamo iscritto a scuola e gli abbiamo trovato un tirocinio agricolo, e finalmente abbiamo potuto avviare le pratiche per dargli una residenza. È ancora in attesa della sua prima audizione in Commissione, però adesso qualcosa da festeggiare ce l’ha.

Lo sapevate che basta molto poco per essere allontanati dal sistema di accoglienza?

Il sistema di accoglienza, che offre vitto e alloggio alle persone richiedenti asilo, ha delle regole molto severe. Se, ad esempio, un ospite passa più di due notti fuori dalla struttura senza giustificato motivo, viene espulso. E a volte, come nel caso di Benny, si può essere espulsə a prescindere dai validi motivi (adesso la struttura che lo ospitava è stata chiusa per comportamenti illeciti, ma ormai il danno era fatto).

Se poi l’allontanamento avviene prima di avere avuto la residenza in struttura, con la relativa emissione della carta di identità, la situazione diventa ancora più complicata. Infatti, giusto per fare un esempio, molti datori di lavoro e agenzie non fanno firmare contratti a chi è sprovvisto del documento. Quindi basta poco per ritrovarsi in una palude da cui è molto difficile uscire da solə.

 

Se volete rivolgere una domanda allə ragazzə del Nido, potete scrivere una mail all’indirizzo piacenza@ilgrandecolibri.com
Le risposte verranno pubblicate sulla pagina del Nido del Colibrì!

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