Skip to main content

Sara El-Debuch è un’attrice italiana nata a Damasco e cresciuta a Roma che qualche giorno fa è stata protagonista di un episodio che apre una riflessione sulle frontiere di discriminazioni e pregiudizio. El-Debuch è stata infatti attaccata in modo aggressivo e volgare per aver condiviso sui suoi profili social un momento del set dell’ultimo film che ha girato a Bologna per la regia di Luca Fattori Giombi. Sara interpreta una donna marocchina lesbica, ruolo per cui, racconta, ha dovuto scurire i capelli e sottoporsi a diversi trattamenti abbronzanti, oltre a studiare il dialetto marocchino. Questo ruolo a detta di alcuni è inaccettabile per una donna musulmana, perché va contro i dettami della religione.

Da persona credente musulmana mi è facile mostrare empatia per Sara El-Debuch, perché vivo ogni giorno la faticosa negoziazione per condurre uno stile di vita che ha come unico scopo compiacere il Creatore e rafforzare la fede. Chiedo a Sara di raccontarmi un pezzo della sua esperienza, a partire dall’attacco ricevuto.

Non è la prima volta che vengo giudicata e attaccata per il mio lavoro. Anche quando nel mio ultimo film “FlashDrive” ho recitato la parte della moglie del famoso attore Saleh Bakri per la regia di Dervis Zaim, qualcuno ha avuto da ridire. Purtroppo le persone che hanno una vita vuota giudicano, tra l’altro senza neanche sapere in cosa realmente consiste questo lavoro.

Raccontami qualcosa in più rispetto al ruolo di donna marocchina lesbica che hai interpretato.

Prima di tutto interpretare il ruolo di una donna lesbica non significa necessariamente girare scene di sesso. Il film non gira intorno alla sessualità della protagonista, proprio per evitare ulteriori stereotipi, ma si concentra sulle relazioni familiari della protagonista. Chi mi ha giudicato attaccandomi in modo molto aggressivo non ha pensato di chiedermi qualcosa in più sulla trama, né ha pensato di chiedermi il motivo per cui ho accettato la parte.

attrice sara el-debuch rossoSarebbe stato un problema per te girare delle scene di sessualità esplicita?

Sì, ma non solo in questo caso. In generale io non ho mai accettato di lavorare a progetti in cui c’erano scene di nudo o di sessualità esplicita, per motivi religiosi in primis. Non mi sento pronta a girare scene di questo tipo, so che non mi sentirei a mio agio. L’attore ha la possibilità di scegliere a quali progetti lavorare o meno, ha la possibilità eventualmente anche di negoziare con il regista, in quanto è un rapporto di collaborazione professionale.

Tu come ti orienti nella scelta dei progetti a cui lavorare?

Quasi la totalità dei miei lavori tratta di tematiche sociali. Per me è molto importante veicolare una storia che lasci un segno. Fare l’attrice è un lavoro bellissimo, perché con il tuo corpo, la tua voce e le tue emozioni puoi arrivare in poco tempo al cuore di tanti e insegnare qualcosa. Io credo moltissimo nel valore pedagogico del cinema, l’attore è come un libro da cui puoi imparare tantissime cose. In questo lavoro di trasmissione di contenuti, che magari possono arricchire, informare o anche far cambiare idea su qualcosa al pubblico, io sento di essere perfettamente in sintonia con il mio vissuto islamico. La tradizione islamica infatti pone molto l’accento sull’importanza della conoscenza e infatti i maestri sono tenuti in alta considerazione.

Pensi che la tua esperienza possa dare un contributo ad altre persone?

Sì, devo dire che sono numerose le ragazze musulmane che mi scrivono per avere consigli, mi raccontano i loro vissuti, dove a volte la religione è come una gabbia, invece di essere una liberazione. Io comunque continuo a fare il mio lavoro con impegno e passione, restando una persona molto religiosa che si dedica alla preghiera e al digiuno. Non sono vite parallele, fa tutto parte della mia vita ed è perfettamente in armonia.

Rosanna Maryam Sirignano
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: © Sara El-Debuch

 

Rosanna Maryam Sirignano: “Conoscenza, formazione, dialogo, spiritualità sono le parole attorno alle quali ruota la mia esistenza e il mio lavoro. Ho fondato MaryamEd Formazione Transculturale, uno spazio di condivisione del sapere oltre i confini. Da quando sono nata abito un corpo femminile che dal 2010 è diventato islamico attraverso l’uso del velo” > leggi tutti i suoi articoli

banner musulmani omosessuali italia

Leave a Reply