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Il Consiglio sovrano del Sudan, l’organo collegiale che presiede la transizione democratica nel paese africano, ha approvato il 9 luglio una storica serie di riforme che modificano profondamente in particolare il sistema giuridico del paese. Secondo quanto riferisce l’associazione Bedayaa (Inizio), che difende i diritti delle minoranze sessuali in Sudan ed Egitto, i provvedimenti cancellano anche la pena di morte per la “sodomia dall’articolo 148 del codice penale. Questo importante emendamento stranamente non è stato riportato dai media internazionali.

Secondo il nuovo testo di legge, che l’associazione LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) ha fornito in copia, la terza condanna per sodomia (definita come l’inserimento del glande nell’ano di una persona, indipendentemente dal suo sesso) non prevederà più la possibilità di una condanna a morte, ma “solo” dell’ergastolo. Rimane immutata la pena fino a 5 anni di carcere per la prima condanna, mentre per la seconda condanna la condanna massima di carcere aumenta, passando da 5 a 7 anni. La fustigazione (erano previste 100 frustate per entrambe le prime due condanne) è stata completamente cancellata.

La via della libertà

Anche se non risulta che ci sia mai stata una condanna a morte per sodomia, Bedayaa giudica la riforma “un grande passo avanti per la riforma del sistema giuridico sudanese“, ma chiede anche una completa decriminalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti consenzienti. D’altra parte, “Libertà, pace e giustizia” è la promessa della rivoluzione sudanese, che ha rovesciato la dittatura militare con mesi e mesi di manifestazioni oceaniche mosse da queste tre parole. E l’associazione LGBTQIA chiede che questi valori siano applicati anche alle minoranze sessuali del paese.

Tra le grandi riforme introdotte il 9 luglio, e di cui invece si è ampiamente parlato sui media, ci sono anche la cancellazione della pena di morte per apostasia e l’introduzione del diritto a bere alcolici per i non musulmani. I principali cambiamenti riguardano i diritti delle donne: con le nuove norme degli ultimi mesi, non solo le mutilazioni genitali diventano reato, ma le donne non sono più obbligate a indossare il velo e possono viaggiare fuori e dentro il Sudan da sole o con i figli senza il permesso del marito.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da UNESCO (CC0)

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