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Secondo una delle principali organizzazioni per i diritti LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) in Brasile, il Grupo Gay da Bahia (GGB), il 2017 sarebbe stato l’anno peggiore per quello che riguarda gli omicidi a sfondo omotransfobico nel paese: sono stati 445, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. In altre parole, nel 2017 in Brasile ogni 19 ore è stata uccisa una persona LGBTQIA. Per capire l’escalation, il GGB, che fa questo tipo di ricerca da 38 anni, aveva contato 130 omicidi nel 2000 e 260 nel 2010.

omicidi lgbt brasile 2017

La punta dell’iceberg

A fine settembre del 2018, i casi di omicidi a sfondo omofobico hanno già superato i 300. L’assassinio che ha fatto più rumore, e che ha portato migliaia di persone a marciare in strada, è stato quello della consigliera comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco. “Era l’unica consigliera nera della città – ha detto dopo l’omicidio la sua compagna – una donna nera e lesbica che veniva da una favela e che stava occupando un posto che si considera riservato per gli uomini bianchi“.

Agli omicidi vanno anche aggiunti 713 casi di hate crimes (crimini motivati dall’odio), che rientrano sempre più spesso nelle categorie della violenza fisica o psicologica.

Luiz Mott, presidente di GGB, ha dichiarato: “Questi numeri sono soltanto la punta dell’iceberg di sangue e violenza che vediamo. Non ci sono statistiche governative sui crimini di odio e questi dati potrebbero essere sottostimati, visto che il nostro database si forma attraverso le notizie pubblicate dai media, da alcune fonti su internet e dalle informazioni personali“.

Il pericolo Bolsonaro

Questo aumento della violenza omofoba, fa notare Mott, procede parallelo alla crescita della presenza sui media di politici ultraconservatori. Tra questi, il nome più in vista è senz’altro quello del candidato Jair Bolsonaro, in testa nei sondaggi per le prossime elezioni presidenziali.

Bolsonaro ha alle spalle una serie di dichiarazioni omofobe. Anni fa ha dichiarato che avrebbe preferito che suo figlio morisse in un incidente stradale, piuttosto che fosse gay: “Nessun padre potrebbe mai essere orgoglioso del proprio figlio omosessuale“. E nel 2015 ha chiesto ai pazienti degli ospedali di “rifiutare il sangue gay“.

Recentemente hanno fatto discutere alcune sue nuove dichiarazioni omofobe, come quella secondo cui la comunità LGBTQIA vorrebbe “sdoganare” la pedofilia, ma soprattutto quando ha dichiarato che lui vorrebbe prendere a pugni” due uomini che si baciano per strada: “Io non bacio mia moglie per strada – ha detto – perché i gay vogliono sfidare la società? Perché devono portare tutto ciò all’interno delle scuole? Ci sono bambini di sei o sette anni che vedono due uomini baciarsi e questo accade perché il governo vuole che accada. Questa è democrazia?“.

Alessandro Garzi
©2018 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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