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La vicenda che ha raccontato il giornalista camerunese Courtney Stans su 76Crimes può sembrare una storia tutto sommato molto marginale agli occhi più distratti e meno sensibili, ma in realtà quello che è successo a Thom è talmente tipico e comune che, per capirne l’importanza, la sua brutta avventura andrebbe moltiplicata innumerevoli volte, tante quante sono le vittime dell’omobitransfobia istituzionalizzata nel paese africano. La vicenda di Thom è avvenuta il 22 dicembre scorso a Ebolowa, capoluogo della regione del Sud, nel cuore della foresta equatoriale, ma altre storie simili avvengono frequentemente anche nel resto del Camerun e in gran parte dei paesi confinanti.

Il tanga rosso

Thom (nome di fantasia, come quello di Courtney Stans, che scrive con uno pseudonimo per ragioni di sicurezza) è una persona di 29 anni che ha avuto la pessima idea di salire su una moto vicino ad alcuni agenti di polizia, che, evidentemente osservandogli il sedere, hanno intravisto un tanga rosso spuntare da sotto i pantaloni. I poliziotti non hanno avuto nessun dubbio: si trattava evidentemente di un omosessuale (l’esistenza di bisessuali, crossdresser, persone non binary o trans non è evidentemente neppure contemplata). E per questo unico e semplice fatto l’hanno arrestato. Conviene ripeterlo ancora più chiaramente: Thom è stat@ arrestat@ solo ed esclusivamente perché indossava un capo di abbigliamento giudicato come non abbastanza “maschile”.

Una volta in commissariato, Thom ha subito un durissimo interrogatorio, basato anche su un controllo illegale dei file presenti sul suo cellulare, tra cui gli agenti hanno trovato alcune fotografie “compromettenti”. Un dottore ha anche sottoposto la giovane persona a un test anale, un esame pseudoscientifico che la comunità medica riconosce non solo come assurdo (dalla forma e dalla resistenza dello sfintere si suppone di determinare l’omosessualità di una persona), ma anche come una forma di tortura fisica e psicologica.

La tangente

Dopo due giorni di reclusione e con la prospettiva che Thom subisse gravi violenze, un suo amico ha accettato di pagare una tangente ai poliziotti: versati 100mila franchi CFA (poco più di 150 euro, ma che per molti è un mese di stipendio), Thom ha riacquistato la libertà. Come spesso succede, le persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) vengono arrestate sulla base di prove risibili, ma lo scopo non è la loro condanna in tribunale: la polizia è interessata solo a estorcere denaro, minacciando di rivelare a familiari e amici la diversità sessuale della loro vittima. Una prospettiva tanto terrificante da aprire qualsiasi portafoglio.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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