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Lo scorso 24 marzo una ragazza bielorussa, Viktoria Biran, aveva voluto protestare contro un articolo, apparso alcuni giorni prima sul sito del ministero dell’interno del suo paese, che definiva “falsi” sia la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), sia la battaglia portata avanti da questa per i propri diritti, sia quello che era stato definito “il giorno della comunità LGBTI“. Il tutto era accaduto come ritorsione nei confronti dell’ambasciata del Regno Unito “colpevole” di aver esposto la bandiera arcobaleno in solidarietà con le minoranze sessuali bielorusse.

Viktoria ha quindi deciso di protestare scrivendo a mano, su un foglio A4, la frase “Siete voi i falsi“, è andata di fronte alla sede al ministero dell’interno, al Comitato per la sicurezza statale (di fatto i servizi segreti) e al Palazzo del governo e lì si è fatta fotografare mentre reggeva il cartello.

“Protesta di massa”… in solitaria

Il regime bielorusso ha quindi deciso di cadere nel ridicolo, condannando Viktoria a una multa pari all’equivalente di poco meno di 160 euro per aver violato le procedure da tenere nell’organizzazione di “eventi di massa. Da notare che la “massa” era composta da Viktoria, appunto, e da un’altra persona che ha fatto le foto.

La sentenza – dichiara Marie Struthers, responsabile di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale – è semplicemente assurda. La ‘protesta’ di Victoria è durata non più di tre secondi ed era da sola, con l’eccezione di chi ha fatto la foto. Non è concepibile che questo possa essere considerato seriamente come una ‘protesta di massa’“.

Alessandro Garzi
©2018 Il Grande Colibrì
foto: Amnesty International

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