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Un fantomatico gruppo dal curioso nome di Gay per Putin! ha annunciato di aver richiesto alle autorità di San Pietroburgo l’autorizzazione per organizzare una manifestazione sabato 3 marzo, in cui sarebbero attesi circa 600 partecipanti, per “esprimere lo slancio della comunità gay nell’appoggiare Vladimir Putin come candidato presidente” nelle elezioni che si terranno il 18 marzo. L’annuncio è stato preso sul serio da molti media: qualcuno ci ha visto oscure manovre del Cremlino, altri l’hanno usato per dimostrare che il governo non è omofobo come lo dipingono.

In realtà ci sono ottimi motivi per considerarla una provocazione a fini puramente satirici: non solo la notizia si basa sul controsenso di un evento pro-Putin che però violerebbe le leggi contro la “propaganda gay” volute da Putin stesso, ma soprattutto il testo dell’annuncio è alquanto improbabile. I promotori della manifestazione, che si premurano di informarci di essere andati a pregare in chiesa per il successo del presidente russo, ringraziano pubblicamente Putin per “aver firmato leggi che rafforzano le fondamenta morali della società russa” e per “aver premiato con titoli e medaglie gay eminenti in Russia”.

Lo spot omofobo

Il comunicato potrebbe essere una risposta allo spot, diventato virale, in cui ignoti committenti immaginano cosa succederebbe in caso di un eventuale cambio di posizione sui temi LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, queer, intersex e asessuali) dopo il voto. Nel video una coppia di mezza età discute prima di dormire delle imminenti elezioni e della possibilità di non andare a votare, poi il marito ha un incubo: le forze armate sono diventate multietniche e la coppia deve ospitare obbligatoriamente un ragazzo gay, rappresentato in chiave stereotipata mentre mangia provocatoriamente una banana. Quando l’uomo si sveglia, al suo fianco c’è un uomo, cosa che lo terrorizza. L’attrice che interpreta la moglie ha detto di ritenere lo spot umoristico: se lo dice lei…

Gara di assurdità

Potrebbe invece sembrare davvero comica, talmente è assurda, una vicenda accaduta qualche giorno fa a Ekaterinburg, la quarta città più grande del paese: una donna si è vista sottrarre i due figli avuti in adozione perché si è sottoposta a un’operazione di riduzione del seno. Secondo i servizi sociali questa decisione rivelerebbe l’intenzione della signora di “cambiare sesso”, in modo da trasformare l’unione con il marito in un matrimonio gay. Decisione incredibile, eppure vera.

In questa Russia che continua ad autoridicolizzarsi con un’omofobia grottesca, non poteva mancare l’intervento della Chiesa ortodossa. Il capo del Dipartimento per le relazioni esterne del metropolita Ilarion, vescovo della diocesi di Mosca, ha spiegato: “L’esperienza pastorale del lavoro con individui con orientamento omosessuale dimostra che in molti casi una persona può o abbandonare completamente questo orientamento o costruire la propria vita in modo tale che tale orientamento non gli impedisca di essere un uomo di famiglia a tutto tondo”. Insomma, puoi o guarire o reprimerti e far finta di essere eterosessuale, sposarti e fare figli. La scelta vera, ovviamente, è un’altra: ridere o piangere. E ci sono pochi dubbi sul fatto che questa seconda opzione sia quella giusta.

Gloria e Pier
©2018 Il Grande Colibrì

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