Skip to main content

Avete notato quanto i discorsi delle persone intolleranti siano spesso simili tra loro? Per esempio, se si prende un comunicato contro le persone trans è difficile capire se l’ha scritto Forza Nuova o Arcilesbica, mentre un eterosessuale omofobo e un gay bifobo scrivono commenti quasi identici. Facciamo un altro esempio? In Italia le destre, da Fratelli d’Italia a Italia Viva, hanno silurato il DDL Zan: sono contro ogni discriminazione, hanno giurato, ma vogliono evitare l’apocalisse che deriverebbe dal concetto di “identità di genere”. Negli stessi giorni una deputata ivoriana dichiarava: “Il problema non è la volontà di sanzionare la discriminazione, ma sorgono domande quando il ministro della giustizia introduce la nozione di ‘orientamento sessuale’“.

La politica non stava commentando il disegno di legge italiano, ma una proposta di riforma del codice penale del suo paese, la Costa d’Avorio. Il nuovo testo proponeva di considerare come discriminazione vietata dalla legge “ogni differenza, esclusione, restrizione o preferenza fondata sull’origine nazionale o etnica, sulla razza, sul colore […] o sull’orientamento sessuale […] che abbia lo scopo di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, a parità di condizioni, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in ambito politico, economico, sociale, culturale o in qualsiasi altro ambito della vita pubblica“. Insomma, la norma avrebbe semplicemente vietato diverse forme di discriminazione, comprese quelle omobifobiche.

Pioggia di bufale

E cosa fa chi vuole discriminare, ma non vuole ammetterlo esplicitamente? Semplice: inventa le bufale più assurde possibili. In Italia ci hanno raccontato che il DDL Zan avrebbe aperto le porte alla gestazione per altri (chiamata “utero in affitto“) o a lezioni in cui si sarebbe fatto il lavaggio del cervello per spingere i bambini a “cambiare sesso“. In Costa d’Avorio, invece, le fake news più diffuse sono state due: la riforma del codice penale avrebbe legalizzato l’omosessualità (senza tenere conto del piccolo dettaglio che nel paese africano l’omosessualità NON è illegale…) e avrebbe introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nei due casi si trattava di leggi contro le discriminazioni che in nessun passaggio citavano le questioni usate per creare scandalo.

fake news scuola genderTagli e tagliole

Ensemble pour la démocratie et la souveraineté (Insieme per la democrazia e la sovranità) e il Parti démocratique de Côte d’Ivoire – Rassemblement démocratique africain (Partito democratico della Costa d’Avorio – Raggruppamento democratico africano), i due principali partiti di opposizione, hanno subito cavalcato l’occasione, chiedendo in un incontro con il ministro della giustizia di riscrivere il testo per cancellare l’espressione sotto accusa (vi ricorda qualcosa?). Ma in realtà il malcontento, secondo le indiscrezioni della stampa, si sarebbe diffuso anche nel partito di maggioranza, il Rassemblement des houphouëtistes pour la démocratie et la paix (Raggruppamento degli houphouëtisti per la democrazia e la pace).

E così il 28 ottobre, proprio il giorno successivo alla “tagliola” che ha affossato il DDL Zan in Italia, in Costa d’Avorio una commissione parlamentare, come ha ricostruito il deputato Assalé Tiémoko, ha deciso di cancellare dal testo il riferimento all’orientamento sessuale e ha approvato il progetto di legge, che passerà all’esame dell’assemblea generale. La Costa d’Avorio, insomma, si doterà di una legge contro le discriminazioni che discrimina le persone omosessuali e bisessuali. Esattamente come il DDL Zan senza l’identità di genere avrebbe generato una riforma contro le discriminazioni discriminando le persone trans. Eh sì, le persone intolleranti si somigliano proprio in tutto il mondo, nei discorsi e nell’ipocrisia.

 

Pier Cesare Notaro 
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazione da lloyd jr (Unsplash License) / Il Grande Colibrì

 

Leggi anche:
Le comunità rom e sinti sostengono il DDL Zan: “Uniamoci contro l’odio”
Costa d’Avorio, l'(im)possibile condanna del poliziotto gay

 

Pier Cesare Notaro: “Antifascista, attivista per i diritti delle persone LGBTQIA e delle persone migranti, dottore di ricerca in scienze politiche, mi sono interessato da subito ai temi dell’intersezionalità” > leggi tutti i suoi articoli

banner donazioni associazione volontariato

Leave a Reply