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La strategia l’ha inventata Marine Le Pen in Francia e, visti gli ottimi risultati, oggi viene adottata dai partiti di estrema destra di mezza Europa: vota contro tutti i provvedimenti LGBTQIA-friendly, adotta tutte le misure contro la diversità sessuale nelle istituzioni e nei governi locali che controlli, grida alla famiglia tradizionale in pericolo e all’allarme gender, riempi il tuo programma elettorale di proposte per cancellare i diritti delle minoranze, ma fai attenzione a non fare dichiarazioni troppo incendiarie e a ricordare che pure tu hai “tanti amici gay”. Il risultato è garantito.

C’era una volta l’amica Marine…

È così che è nata l’indistruttibile leggenda metropolitana di un Rassemblement National (Raggruppamento nazionale, RN, nuovo nome del Front National) non ostile alle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali) e di una Marine Le Pen favorevole ai loro diritti. È così che gli uomini gay e bisessuali sposati hanno finito per votare più degli eterosessuali questa forza politica che li disprezza e rema contro di loro.

In Italia c’è chi crede al sottosegretario Vincenzo Spadafora del MoVimento 5 Stelle (M5S) quando dice che non ci saranno passi indietro sui diritti LGBTQIA (Il Grande Colibrì gli ha ricordato che i passi indietro ci sono già stati in una lettera che non ha mai ricevuto risposta) e addirittura chi “pensa” che Matteo Salvini non sia omofobo e che la sua Lega non sia troppo cattiva.

“Siamo spagnoli prima che gay”

In Spagna l’exploit dell’estrema destra di Vox nelle elezioni regionali in Andalusia (è passata dallo 0,5% all’11%) è stato festeggiato con la soppressione forzata della pagina “Vox LGTB” su Twitter, in cui alcuni “elettori e simpatizzanti” del partito appartenenti a minoranze sessuali (“Spagnoli prima che gay: quello che facciamo in camera da letto sono affari nostri“) proponevano perle di saggezza come “Le scene che si vedono nei Pride mettono in imbarazzo molti gay” o “L’idea che i bambini debbano avere un padre e una madre è difesa da molti gay, come per esempio Dolce e Gabbana“.

Ma non si è mai abbastanza fascisti per cancellare il fatto di essere froci. Così Vox ha intimato a Twitter di sopprimere l’account. Perché? Solo perché la pagina avrebbe usato illegittimamente l’immagine del partito, mica perché a Vox sono omofobi!

Omofobia?! Quale omofobia?!

D’altra parte il partito di estrema destra spagnolo è noto per l’odio nei confronti degli immigrati e per il disprezzo per i diritti delle donne (vuole proibire l’aborto e cancellare la legge contro le violenze di genere), ma ci tiene a precisare di non essere affatto razzista o misogino, figurarsi allora se sono omofobi!

Vox promette di sopprimere i matrimoni tra persone dello stesso sesso (che “snaturano l’istituzione costituzionale del matrimonio“), di sopprimere il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali (perché “l’ambito naturale della filiazione è l’unione eterosessuale“), di sopprimere tutte le leggi contro le discriminazioni e tutti gli aiuti alle organizzazioni LGBTQIA, di sopprimere l’accesso delle persone trans alle strutture sanitarie pubbliche… ma mica è un partito omotransfobico, ci mancherebbe altro!

La prova? Semplice: il suo leader, Santiago Abascal Conde, non ha mai fatto dichiarazioni molto spinte, quindi è già pronto per entrare nella santa trinità dell’estrema destra friendly, con Le Pen e Salvini. Dite che ci metteremo in fila ad accendere candeline anche di fronte al suo altare, in attesa che sia lui ad accendere noi?

Pier Cesare Notaro
©2018 Il Grande Colibrì
foto: Max Pixel (CC0)

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