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Leggi la prima parte

Questa seconda parte dell’articolo non mi è stato facile trascriverla per la sensibilità del racconto. Immagino che se avessi usato il mio nome vero come giornalista, ora mi troverei lontano dall’orbita solare (metafora di Hamas che si usa per minacciare chiunque obbietti alle sue leggi). Però, nonostante la paura, riporterò letteralmente tutto quello che mi è stato raccontato dal testimone di questa intervista: R.3., un uomo di 51 anni, è stato l’unico che ha accettato di incontrarmi vis-à-vis per parlarmi dell’argomento ed è anche questo il motivo che mi ha spinto a credere nelle sue parole, oltre al fatto che quello che leggerete risulta credibile dalle testimonianze simili di molti altri che mi hanno risposto tramite chat.

Accendendo una sigaretta seduto davanti a una tazzina di caffè, mi ha detto: “Tu chiedi e io risponderò, però facciamo in fretta perché già la differenza di età tra noi può destare sospetti”.

Parlami di quando hai capito la natura del tuo orientamento sessuale…

Avevo 12 anni e all’inizio dell’adolescenza i miei amici parlavano spesso di sesso e di ragazze, come succede a tutti. Talvolta qualcuno portava una rivista erotica, ma non provavo mai quell’impulso verso le donne nelle immagini, non mi divertivo neanche. All’epoca il mio insegnante di matematica mi piaceva tanto, mi sentivo innamorato e quindi da questo capii di essere diverso dai miei amici. Non sapevo però cosa fosse l’orientamento o l’attrazione, nessuno ci educava a questo.

Sei sposato?

La mia famiglia è come il resto delle famiglie di Gaza: vogliono far sposare il figlio e gioire per lui. Inizialmente ero contrario all’idea di sposarmi, ma a 30 anni avevo esaurito le scuse e quindi mi sposai. Ora ho 4 figli. Mia moglie si era stancata dalla mia freddezza, perciò le svelai il mio segreto e lei chiese il divorzio. Erano passati 10 anni dal nostro matrimonio. Mi sentivo coraggioso a dirglielo, lei lo è stata ancora di più perché mi ha protetto e non lo ha mai detto a nessuno, voleva solo il divorzio e che io tenessi i figli. Le do un sussidio mensile e ci rispettiamo parecchio, viene anche a trovare i nostri figli senza nessun tipo di problema.

Come fai ad avere rapporti sessuali e affettivi in una città religiosa e tradizionalista come Gaza?

Quando ero giovane non c’era internet e non era più facile incontrare altri come me. Vorrei solo dirti come eravamo e come continuiamo a incontrarci noi omosessuali di Gaza. Anche se mi sento intimorito, ti dirò la verità…

Esiste un anziano, che abita nella zona sud della Striscia, esattamente nella città di Khan Yunis. Ci tiene molto alla sua privacy e chi è in contatto con lui sa che deve mantenere il segreto. Questo signore ha come una rete di persone omosessuali ed è l’unica persona in comune con tutti quanti. Se tu fossi gay e volessi incontrare ragazzi come te, questo signore anziano è in grado di darti ciò che vuoi. In questa rete ci sono personaggi potenti della nostra società: dottori, ingegneri e professori. Grazie all’anziano, tempo fa, conobbi un medico dermatologo. Quel signore non prende nulla in cambio, lo fa in modo completamente gratuito, perché se il servizio fosse stato a pagamento non si sarebbe creata questa larga rete di cui ti parlo.

[Interrompendolo impazientemente] Ma Hamas sa di tutto questo? Conoscono quest’uomo e la sua rete? E, se lo sa, perché non ha ancora fatto nulla per fermarlo?

Certo che lo sa! Hamas non è un’organizzazione da poco. Le sue spie sono più numerose di quelle ebree in questa zona: non esiste stridere di formica di cui Hamas non sia a conoscenza. I motivi per i quali Hamas non si intromette sono due: il primo è che molti membri del direttivo di Hamas sono dentro la rete degli omosessuali; il secondo è che questa rete non fa girare il denaro, non ha costi di gestione né guadagni. A Hamas interessano solo i soldi: come ben sappiamo, non ha mai agito in nome della religione, dell’islam e nemmeno di Allah. Tutto il suo interesse sta nel denaro. Se un qualsiasi progetto avesse un guadagno di un solo siclo, Hamas ne esigerebbe una parte.

La verità è che mi sento in un film hollywoodiano, trovo che la storia della rete e del suo protettore sia forzata!

Caro, puoi domandare a tutti i gay di Gaza, giovani o anziani, tutti ti diranno la stessa cosa perché è la verità. Capisco anche le tue perplessità.

Posso incontrare il responsabile di quella rete?

Impossibile. Nessuno ha mai visto un dito di quest’uomo né conosce il suo vero nome. Neanch’io lo conosco, ma riconosco la sua voce perché lo chiamavo solamente telefonicamente.

Come vedi la vita degli omosessuali a Gaza?

In generale e in tutto il mondo arabo ci sono due tipi di omosessuali: gay che cercano rapporti sessuali e divertimento e altri che sono sinceri con se stessi e cercano l’amore. Quelli della prima categoria hanno una vita facile, possono fare quello che vogliono e quando lo vogliono, sempre in modo segreto. Ma quelli che cercano l’amore soffrono soltanto. Se sei omosessuale sai benissimo che non puoi camminare per strada e baciare o tenere per mano il tuo amante.

Parlami del dermatologo: come era la sua vita?

Ah, quel medico è assai intelligente ed è bravo nel suo ambiente lavorativo! Si è anche dichiarato nella sua cerchia di amici intimi e molto probabilmente presto lascerà Gaza e si trasferirà dove potrà vivere serenamente. Lui sarebbe sprecato in questo paese.

 

Finita l’intervista, gli ho stretto la mano, ringraziandolo per la fiducia che mi aveva dato, e prima di andarsene mi ha detto: “Sta’ lontano da questo tipo di problemi, quelli di Hamas non conoscono Allah. Studia e appena esci fuori dallo stagno di Gaza combatti e difendi tutti i diritti che vorrai”. Queste sue ultime e semplici parole mi hanno fatto pensare che, pur non essendo parte della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali), mi sento in pericolo… ma se fossi io gay, come mi sentirei?

autore anonimo per Dkhlak
introduzione e traduzione di Lyas
©2017 Il Grande Colibrì

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