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Russia, l’omofobia sui media:

  1. Lo zigzag di Putin
  2. Fenomeni da circo

Ecco che arriva uno della mia guardia!” esclama Sergej Sosèdov (nella foto), uno dei quattro giudici della versione ucraina di X-Factor. Sosèdov è un critico musicale, noto per i gusti raffinati, ed è gay. Il dettaglio è menzionato nella sua bibliografia ufficiosa (x-factor.su), redatta dagli ammiratori del programma. Questa caratteristica spesso rende Sosèdov un bersaglio di battute acide da parte degli altri due giudici-uomini. Le sorbisce senza battere ciglio, evitando conflitti con signorile diplomazia. Nella trasmissione del 2 novembre 2013 la situazione si ripete di nuovo: “Smettila di chiamarli ‘guardia’, non sono dei soldati. Oppure vuoi che vadano con te a un’altra parata?” lo provoca Serega, un rapper bielorusso, che fa il “duro” nella giuria e sul palco. “Può essere” ribatte con calma Sosèdov, e lo show va avanti.

A quale parata alludono? Per il pubblico è perfettamente chiaro che si tratta di un Gay Pride, visto che qui l’espressione inglese “gay pride” diventa “гей парад” (“parata gay“; pron. “gej parad”), cancellando l’elemento di rivendicazione orgogliosa dei diritti e rafforzando l’idea di una colonna in marcia, organizzata e minacciosa, che incombe sulla città. Questo travisamento linguistico contribuisce alla mistificazione già a livello inconscio: memori delle grandiose parate militari di stampo sovietico, i russi immaginano il Gay Pride come una manifestazione organizzata e disgustosa di pervertiti nudi che copulano mentre camminano. Ma il punto è un altro.

Come mai in uno show di formato assolutamente normativo, rivolto alle famiglie, può passare una battuta del genere senza suscitare uno scandalo? Sicuramente conta il fatto di essere in Ucraina , dove c’è una maggiore libertà d’espressione, almeno a livello televisivo, testimoniata ad esempio nel 2009 dalla vittoria nel concorso “L’Ucraina ha talento” di Artëm Semënov, un cantante en travesti (artemsemenov.stb.ua). Però X-Factor Ucraina è trasmesso e seguito anche nei paesi limitrofi, Russia compresa, ed episodi di “tolleranza occasionale” sono accaduti anche nelle trasmissioni russe.

Allora, non c’è poi tanta censura in Russia  e nei dintorni? Abituati all’immagine binaria, dove gli omofobi aggressivi, sostenuti dal potere costituito, si esprimono con linguaggio d’odio e azioni violente, sono opposti alle persone LGBT che cercano di far valere i propri diritti, organizzando manifestazioni e attività culturali, noi dimentichiamo che la cultura, al giorno d’oggi, è creata e trasmessa in primo luogo dalla TV, amplificata poi da Internet che ne conserva e ritrasmette i contenuti. Nei talk show politici traspare di solito il più becero odio verso i diversi, ma le trasmissioni di lega più bassa, rivolte al pubblico femminile, nascondono a volte una tolleranza insospettabile. Qui la diversità è al massimo un dettaglio piccante, non un vanto o qualcosa di eccezionale.

Di recente questa tendenza è affiorata nei vari reality show. A settembre un episodio caratteristico è accaduto nel reality “Voglio essere in Viagra”, dove “Viagra” sta per una girl-band storica, il cui nome non lascia spazio a dubbi sui contenuti ad alto grado erotico delle loro performance. Questo casting pubblico ha visto combattere a colpi di ammiccamenti e sculettamenti decine di ragazze da Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan, desiderose di entrare nel gruppo.

Una di loro, Yulianna Polubotko, con seno e viso rifatti, non nascondeva le sue origini umili e il suo presente da spogliarellista famosa. Aveva passato i casting ed era arrivata alla diretta, andata in onda il 13 settembre. Ha offerto un’esibizione mozzafiato, togliendosi tutto o quasi, continuando a ballare su tacchi altissimi e a cantare parole come: “Oh, mio dio, che uomo! Voglio un figlio da te!“.

Spogliata fino alla biancheria color carne, alla domanda del giudice “Perché hai scelto questa canzone?“, risponde: “E’ la canzone preferita della mia ragazza“. La sala scoppia in grida di approvazione. Dietro le quinte viene inquadrata una ragazza dal look canonico da lesbica: poco trucco, camicia a quadretti, scarpe sportive, taglio corto. La conduttrice domanda, con molta naturalezza: “Cosa ne pensi del mestiere che fa lei?“, mentre in sala continua l’interrogatorio. Uno dei giudici rincara: “Pensi che sia normale, Viagra dovrebbe essere un gruppo bisessuale?“. Senza discutere sul fatto che si presume subito che una donna tanto femminile non possa essere lesbica ma solo bisessuale, Yulianna risponde affermativamente, e solo gli sguardi perplessi delle ex-soliste di Viagra fanno capire che tanto normale ancora non è.

Yulianna passa la selezione e si allontana abbracciata alla compagna (youtube.com). O presunta tale? Basta indagare un po’ di più per scoprire come stanno le cose. La spogliarellista in questione è davvero legata a una donna, ma non si sognerebbe di portarla in TV e rendere pubblica la sua presenza. La regia ha insistito sulla presenza della sua compagna, e alla fine hanno trovato il compromesso usando una comparsa. La permissività dietro le quinte non significa tolleranza nella vita reale. In questo caso la bugia è servita a fin di bene, per proteggere l’identità della persona coinvolta.

Invece nel caso dell’attore Aleksej Pànin la bugia non c’è stata. Lo show a cui ha preso parte consiste nel rispondere alle domande più scottanti e intime: vince chi non mente. Pànin è un classico attore da serial, rappresenta l’uomo qualunque, a volte goffo a volte furbo, e si è fatto notare per vari scandali a base di alcol, incarnando perfettamente l’ideale dell’avventuroso maschio russo.

Messo alla dura prova del poligrafo durante la trasmissione andata in onda il 2 settembre sul canale STB in Ucraina, alla domanda “Lei ha mai fatto sesso con un uomo?” risponde sorridendo ““, e poi spiega che, ferma restando la sua virilità, espressa inequivocabilmente dalle tante cicatrici sul suo volto, lui non è che corteggi gli uomini o abbia delle storie con loro, ma essendo nel giro degli scambisti ha provato qualche volta, tanto per provare. Poi passa a un’improvvisata apologia della bisessualità, racconta in dettaglio com’è accaduto e si dichiara del tutto soddisfatto dell’esperienza.

Si va avanti a domandargli cose come “Le piace indossare calze da donna?“, e il gioco finisce quando mente alla domanda sulle emozioni che prova verso la propria figlia (youtube.com). Queste rivelazioni non rovinano la sua carriera: dopo tutto, avere una vita sessuale così variegata è il sogno nel cassetto di molti russi.

E la trasmissione non abbandona questioni sessuali. Il 18 novembre viene intervistato un ragazzo di 19 anni. Il suo “problema” è che si traveste da donna. Lo faceva da piccolo per emulare le donne con cui cresceva, lo fa da grande per guadagnare, esibendosi nei locali gay. La sua famiglia in parte sa, in parte non vuole sapere. Ha fatto sesso con gli uomini, ha preso soldi in cambio di prestazioni, rubava la biancheria alle cugine. Durante l’intervista gli vengono fatte domande che pian pianino svelano al telespettatore la genesi del suo carattere e i motivi dei suoi comportamenti.

Il conduttore del programma cerca di rimanere distaccato, non si sbilancia anche se a volte la sua voce tradisce una certa irritazione. Ma dice anche: “Globalmente non c’è nulla di male [nel travestirsi], è male che lo nascondevi ai tuoi“, e conclude, rivolgendosi alla famiglia del ragazzo: “Vorrei che voi capiste che questi episodi della sua vita non fanno di lui una cattiva persona. Non ha smesso di essere sensibile, gentile, di essere la persona che ha tenuto a battesimo il bambino“. Gli fa da eco uno psicologo, che raccomanda ai familiari: “E’ importante capire che può aiutare solo l’accettare e vedere in primo luogo la persona, al di là delle scelte che farà“.

Dopo aver risposto affermativamente alla domanda “Non vuole cambiare sesso perché spera un giorno di sposare una ragazza?“, il ragazzo ferma il gioco, scende dal palco verso il suo gruppo di sostegno. Le donne sono scosse, nascondono lo sguardo pieno di lacrime, ma dopo l’abbraccio una di loro dice: “Se lo conoscerò meglio, potrò sostenerlo di più“. E tutti applaudono (stb.ua).

Abbiamo citato solo alcuni casi, punte disparate nel flusso continuo di ideologia macinata per l’uso domestico, dove l’omosessualità o la bisessualità, presunte o vere, sono recepite in modo neutro, senza né condanna né particolare interesse. L’informazione di massa nella sua espressione più popolare, considerata di importanza marginale sia dall’ideologia dominante che dai sostenitori dei diritti civili, funge da canale insospettabile e porta alla conoscenza di molti frammenti di un’immagine positiva delle persone LGBT.

Leggi anche la prima parte dell’inchiesta: Lo zigzag di Putin

 

Marina
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One Comment

  • MarinaS ha detto:

    Stavo ancora guardando il solito X-facto e ho beccato un'altra battuta contro Sosedov. nello show sono rimaste solo due ragazze, e Serega, il solito giudice super-maschio dice: "Due donne sono comunque piu' di quante Sosedov e Kondratiuk abbiano mai avute in tutta la loro vita". Considerando che questo Kondratiuk è noto come un uomo sposattissimo, il conto è chiaro.

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